• Titolo: Gruppo con tre fanciulli
  • Autore: Giovan Battista Borghesi
  • Data:
  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensioni: 57 x 71
  • Provenienza: venduto alla Pinacoteca dal signor Ferdinando Ventura nel 1883, forse già di proprietà Crispo; in deposito in Prefettura dal 1945
  • Inventario: Inv. 965
  • Genere: Pittura
  • Museo: Galleria Nazionale
  • Sezione espositiva: Deposito

Come confermano i bordi della tela e le parti occultate da una visibile ridipintura successiva (come la mano sulla spalla del terzo a destra) realizzata dal pittore per consentire compiutezza autonoma al dipinto, si tratta di un frammento – come giustamente ha evidenziato il Godi – di un’opera più complessa raffigurante la Benedizione dei fanciulli che l’artista, non convinto del risultato, fece a pezzi nel 1829 contro il parere del Toschi che ne sosteneva la forza di capolavoro se fosse stato portato a termine. Il frammento sopravvissuto dimostra stretti legami con il bozzetto su tela (cm 58 x 36) conservato nel Museo della Rocca di Fontanellato con il Cristo benedicente che accoglie a sé i bambini, probabilmente primaria idea per la pala poi ridotta in pezzi.

La testimonianza scritta dello Janelli racconta l’episodio, descrivendo però un dipinto diverso, nella composizione e comprendente “Cristo seduto all’ombra sotto un gruppo di palme; due angeli, uno a destra e l’altro a sinistra… una corona di putti che gli stanno in faccia”, che sembrerebbe rappresentativo dello stesso tema (“Lasciate che i pargoli vengano a me”) ma fortemente variato nel fondo arboreo e qui architettonico. La frammentarietà del dipinto e l’episodio narrato testimoniano, comunque, di una ricerca emotivo-didattica e di un’insoddisfazione vissuta dall’artista dopo il ritorno dal soggiorno di studio a Roma (1823-1825) e a Firenze (1825-1828), dove potrebbe aver dato corso all’esecuzione del dipinto, di cui questo contenuto frammento è parte indicativa anche delle proporzioni originarie e conferma di una tecnica corposa e squillante, oltreché di una dolcezza degli occhi e dei visi di tradizione neocinquecentesca, mentre nel canestro di fiori portati in offerta (non si tratta di allargamento della tela) è il suo fare più romantico e naturalistico ad affermarsi. Tale stile appare anche nella pala della chiesa di San Rocco e nel cartone con angeli cantori di collezione privata parmense (cfr. Cirillo 1992c, n. 160) in cui sembrano combinarsi lo studio della plastica quattrocentesca e della natura che lo fanno approdare a un purismo delicato e all’assenza totale di drammaticità.

Bibliografia
Janelli 1877, p. 74;
Ricci 1896, p. 182;
Ottani Cavina 1970, ad vocem, vol. 12, p. 649 (con bibl. prec.);
Copertini 1971, p. 148;
Mecenatismo… 1974, p. 55
Restauri
1933 (C. Cattani)
Mostre
Colorno 1974;
Colorno 1992
Luisa Fornari Schianchi, in Lucia Fornari Schianchi (a cura di) Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere. Il Settecento, Franco Maria Ricci, Milano 2000.