• Titolo: Gli ultimi momenti di Nicolò de Lapi
  • Autore: Giorgio Scherer
  • Data:
  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensioni: 145 x 125
  • Provenienza: Parma, Accademia di Belle Arti, vinto alla Società di Incoraggiamento dal Ministero della Pubblica Istruzione nel 1863; in deposito presso la Prefettura di Parma dal 1963
  • Inventario: Inv. 532
  • Genere: Pittura
  • Museo: Galleria Nazionale
  • Sezione espositiva: Deposito

Il dipinto, sorteggiato alla Società di Incoraggiamento nel 1863 e vinto dal Ministero della Pubblica Istruzione, entra in Accademia nel 1864, dove se ne inizia a trovare testimonianza a partire dal Catalogo di Pigorini (1887). Una scelta iconografica perfettamente inserita nel repertorio figurativo del romanzo storico ottocentesco è quella che ci propone lo Scherer che riprende un episodio della storia narrata nel celebre romanzo di Massimo d’Azeglio Niccolò de’ Lapi ovvero i Palleschi e i Piagnoni del 1841, dove si racconta dell’assedio avvenuto nel 1529-30 alla Firenze repubblicana da parte delle truppe imperiali favorevoli ai Medici.

Il testo, del quale lo stesso scrittore aveva raffigurato alcuni episodi durante la stesura, ebbe grande successo negli anni cruciali di realizzazione dell’Unità d’Italia, come del resto tanti altri scritti relativi alla storia fiorentina, quali esempi di virtù ed eroismo consoni a quel sentimento patriottico che traeva ispirazione anche nelle fonti antiche.

L’immagine fissa un momento particolarmente profondo e drammatico della storia narrata da D’Azeglio, ripresa pedissequamente dall’ultimo capitolo (XXXIX), quando fra’ Benedetto di San Marco conduce al vecchio Niccolò, seguace del Savonarola e strenuo sostenitore della repubblica fiorentina, imprigionato e torturato, la figlia Lisa, inconsapevole strumento degli oppositori. “Presale una mano, se la fece accostare, le pose sulla fronte quella che aveva libera, e gli parve toccare un marmo. Procurando render la voce, gli sguardi quanto poteva più dolci, disse, tirandosi sul petto il capo della figliuola: ‘Qua… vien qua poverina!… appoggia qui… riposa questo tuo povero capo… riscaldalo sul cuore di tuo padre che t’ha perdonato, e ti compiange…’.” Un perdono che consegue alla maledizione scagliata da Niccolò contro la figlia che aveva sposato, ignara delle sottese manovre politiche, Troilo degli Ardinghelli, traditore della patria (XI capitolo). Un tema, quello del perdono ovvero “del figliol prodigo” appunto, che affonda le proprie radici non solo nella vasta antologia della narrativa ottocentesca, ma che trova efficaci spunti anche nel repertorio iconografico, dal quale sicuramente lo Scherer seppe attingere. Più comprensibile risulta, pertanto, la buona resa accademica del dipinto e al contempo l’efficace rappresentazione dei contenuti moralistici proposti dal D’Azeglio.

Anche pittoricamente il dipinto non si discosta da certe scelte che interessavano il pittore in quegli anni: il rigore nell’interpretazione storica, come si evidenzia anche nei Profughi di Aquileia (Piacenza, Municipio di Bettola) del 1860 dove evidenti sono i riferimenti alla cultura hayeziana (Arisi 1988), anche se per l’intensità di sentimenti si avvicina maggiormente all’opera degli Induno, dai quali riprende spunti e citazioni precise. Caratterizzata da un tecnica rapida e veloce, spesso contestata allo Scherer (si notino, dopo i recenti restauri, alcuni effetti di maculatura dovuti probabilmente alla stesura di velature piuttosto liquide che hanno provocato uno scivolamento del colore) la tela presenta efficaci soluzioni cromatiche: il cangiante volto di Lisa quasi di “marmo”, l’ombra che ricade sul volto pensoso di Niccolò, la luminosità dell’abito azzurro della giovane donna che contrasta con la penombra in cui sono avvolti il frate e i due incappucciati nello sfondo.

Bibliografia
Società di Incoraggiamento 1863-1864;
Pigorini 1887, p. 22;
Ricci 1896, p. 172;
Pariset 1905, p. 106;
Sorrentino 1931b, p. 29;
Pelicelli 1936, p. 34;
Copertini 1971, p. 64;
Mecenatismo… 1974;
Pinto 1974, p. 375;
Marini 1975, p. 217;
Rota Jemmi 1980, p. 15;
Bénézit 1999, vol. XII, p. 405;
Lasagni 1999, vol. IV, p. 364;
Lombardi 2001, pp. 121-122
Restauri
2001 (C. Alessandrini, Lab. Sopr.)
Mostre
Parma 1864;
Firenze 1973-74;
Parma 2001
Cristina Quagliotti, in Lucia Fornari Schianchi (a cura di) Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere. Il Settecento, Franco Maria Ricci, Milano 2000.