La storia esterna e la storia critica di questa tela sono in tutto simili a quelle del suo pendant (inv. 220, vedi scheda precedente): attestata nel 1771 nella raccolta Scutellari, fu venduta nel 1844 all’Accademia di Belle Arti e fu correttamente attribuita al genovese Giovanni Andrea De Ferrari dal 1875 in avanti.

Di essa si conosce un disegno preparatorio (mm 144 x 202), reso noto da Mary Newcome (cfr. Bareggi 1989, pp. 38-39), che presenta alcune piccole varianti: in basso a destra, ad esempio, si affaccia un cane, poi sostituito da un arbusto. Come suo solito, il De Ferrari impiega sia la matita nera che la sanguigna; la quadrettatura, inoltre, dimostra che il disegno fu pensato come premessa immediata all’esecuzione su tela.

Il dipinto appartiene alla fase centrale dell’attività del De Ferrari, quando la ricerca della monumentalità delle figure e dell’equilibrio della composizione hanno la meglio sull’estrosità della pennellata e sui contrasti di tonalità. Da questo punto di vista, la zucca adattata a borraccia che uno dei fratelli di Giuseppe esibisce alla cintura assume valore emblematico: tondeggiante e monocromo, questo oggetto (che si riscontra anche in uno dei più importanti dipinti del nostro, e cioè l’Adorazione dei pastori dell’Accademia Ligustica di Genova) sembra quasi alludere alla scelta dell’autore in favore di un disegno calmo e ben definito e di un colore dolce e omogeneo.

È presumibile che il De Ferrari, allorché mise mano a questo dipinto, fosse prossimo ai quarant’anni e avesse alle spalle, quindi, circa due decenni di attività; la più antica opera a lui riferibile con certezza è infatti la Natività della Vergine della chiesa genovese di Nostra Signora del Rimedio, siglata e datata 1616, il che, fra l’altro, induce a ritenere necessario un piccolo spostamento all’indietro della data di nascita tradizionalmente accettata.

Bibliografia
Inventario… 1771;
Martini 1875, p. 19;
Pigorini 1887, pp. 18-19;
Ricci 1896, p. 30;
Thieme – Becker 1915, p. 454;
Quintavalle A.O. 1939, pp. 208;
Fornari Schianchi s.d. [ma 1983], pp. 160-161;
Tagliaferro 1983, p. 38;
Pesenti 1986, p. 322;
Castelnovi 1987, p. 96;
Newcome Schleier 1992, p. 100;
Fornari Schianchi 1994, p. 51
Restauri
1885 (S. Centenari);
1947-48;
1992 (Zamboni e Melloni)
Scheda di Piero Donati, tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere Il Seicento, Franco Maria Ricci, Milano, 1999.