- Titolo: Fanciullo vestito da frate
- Autore: Crijn Hendricksz Volmarijn
- Data:
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensioni: cm 58 x 52
- Provenienza: Parma, collezione Rossi Beccali, 1851
- Inventario: GN 173
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Deposito
La componente luministica che domina questa tela ha sempre rimandato ai caravaggisti nordici e infatti fin nei cataloghi ottocenteschi il dipinto veniva avvicinato a Gerrit Honthorst, mentre, in occasione della mostra del 1968, la Quintavalle su suggerimento di Longhi lo riferiva al caravaggista di Rotterdam Crijn Volmarijn. Tale attribuzione veniva accolta dubitativamente anche da Nicolson (1979, p. 109; 1990, p. 208, fig. 1589).
Il fanciullo raffigurato indossa il saio francescano e suggerisce una tipica immagine di vanitas, poiché poggia la mano su un teschio ed è circondato da volumi che probabilmente raccolgono le Sacre Scritture. Se così fosse si potrebbe ipotizzare che il fanciullo alluda alla semplicità (ribadita dal saio) che può arrivare alla conoscenza se rischiarata dal lume della fede (simboleggiato dalla candela). In merito ai problemi attributivi, in altra occasione (1997, p. 310) notavo l’affinità del nostro dipinto con un quadro di Hendrik Coster, Fanciulli che cantano e suonano al lume di candela firmato e datato 1659 e conservato a Stoccolma (Hallwyska Museet, cfr. Bernt 1970, p. 27, fig. 264), ma un’analisi più approfondita mi ha ricondotta all’ipotesi tradizionale. In particolare si possono osservare alcune affinità con opere certe del Volmarijn come Cristo e Nicodemo della collezione Ten Cate di Hilversum o il Cristo a Emmaus di Dordrecht, entrambi firmati e datati 1631, oppure Cristo a Emmaus di Kingston upon Hill, firmato e datato 1632 (cfr. rispettivamente Nicolson 1990, nn. 1587, 1583, 1585). Tutte queste opere dimostrano una propensione per la luce schermata molto simile a quella del nostro quadro e anche un’affinità pittorica controllabile nei panneggi e nella resa delle mani, queste ultime dipinte con pennellate piuttosto corpose.