- Titolo: Ercole che libera Prometeo
- Autore: Giuseppe Baldrighi
- Data: 1772
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensioni: cm 178 x 126
- Provenienza: Parma, Accademia di Belle Arti
- Inventario: 702
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: L'Accademia
Era stato nominato Accademico d’onore dell’Accademia Clementina di Bologna nel 1758, il pittore Giuseppe Baldrighi (non nel 1750, come scrive il Bertoluzzi e altri dopo di lui), cioè nell’anno in cui lo stesso “sommo distinto vantaggio (…) e tanto pregiato favore” (lettera del 7 febbraio 1758) fu concesso dalla medesima Accademia al poeta e Segretario dell’Accademia di Parma, Carlo Innocenzo Frugoni.
Della commissione riunitasi per graziosamente aggregare tra i suoi Accademici d’onore il nostro artista, facevano parte Antonio Beccadelli Principe, Ercole Lelli vice Principe, il conte Gregorio Casali, cui Frugoni invierà una leziosa lettera di ringraziamento.
All’incirca quindici anni dopo, nel 1772, in Parma, Baldrighi consegnò all’Accademia, fondata da Don Filippo di Borbone, questo dipinto, per essere stato nominato professore e consigliere con voto. Si sa poi, grazie al Bertoluzzi, come “non ne fosse contento, massime del fondo e del panno rosso, e avesse in animo (come chi scrive ha sentito più volte dalla sua viva voce) di dargli di dietro l’acquaforte, onde in poco tempo perisse”. L’acquaforte – come si vede – non fu data, e il dipinto fa bella mostra di sé, a documentare un saggio di pittura accademica per eccellenza; compatta, lucida, sfoggio di sapienza anatomica come d’usanza, da bisogna, e da canone, accademico appunto. Lucia Fornari Schianchi (1979b) ne chiarì i debiti con Lagrenée, la cultura di Francia e i suoi Salon, palestre fino ad allora incontrastate di esposizioni di pittura accademica; e lo ritenne eseguito all’indomani del ritorno del nostro artista da Parigi, come del resto si evince da una nota del Museo Glauco Lombardi in Parma (sc. 25, busta 4).