- Titolo: Elena giuocata ai dadi
- Autore: Francesco Pescatori
- Data: 1841 (I premio)
- Tecnica: Olio su tavola
- Dimensioni: 133 x 197
- Provenienza: Parma, Accademia di Belle Arti; in deposito a Roma presso il Ministero dell’Interno dal 1929
- Inventario: Inv. 713
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Deposito
Consegnata il 10 luglio 1841 con il motto “Sempre fu con lui la fortuna”, questa tela partecipò, unica, al triennale concorso internazionale di Pittura bandito nel 1840 dalla Ducale Accademia di Belle Arti di Parma. Discorde suonò, nella seduta del 27 luglio, la valutazione elaborata, secondo le norme, dalla sezione di Pittura per essere sottoposta a votazione collegiale: “il Sig. Prof.e Tebaldi giudicava mal disegnato siffatto quadro e non degno di premio. Il Sig. Prof.e Borghesi lo trova bene inteso nella Composizione, disegnato con verità e di colorito buono, e quantunque gli sembri nel generale un po’ freddo, non esita a dichiararlo degnissimo di premio. Gli altri tre Prof.i Sig. Callegari, Bandini e Toschi lo riconoscono concordemente di buona composizione, disegnato con fine senso del vero e con molto buon gusto, tranne la figura di Teseo della quale non è troppo felicemente riuscito l’insieme, di un colorito trasparente e vero del pari: vi è pur resa con molta maestria la luce di un Cielo aperto e splendido; lo giudicano insomma nel totale un quadro assai pregevole”.
All’unanimità dell’assegnazione della medaglia d’oro (del valore di mille lire nuove di Parma) mancò, tuttavia, il solo voto di Giovanni Tebaldi, sconfessato dal direttore Paolo Toschi nella lettera del 30 luglio 1841 al Presidente dell’Interno Michele Pazzoni (ASPr), a sanzione della benevolenza con cui Maria Luigia d’Asburgo, e dunque l’istituzione artistica governativa, guardavano al Pescatori. Il premio segnava anche la fine delle ristrettezze economiche patite dal pittore, che iniziò a proporre alle esposizioni annuali i quadri commissionatigli dal mecenatismo ducale, solerte nell’assicurare opere devozionali alle chiese, specialmente le più povere e spoglie, della città e del contado.
Elena giuocata ai dadi resta sporadico esempio delle potenzialità del Pescatori, espresse assai parzialmente anche per la prematura scomparsa, nell’interpretazione di temi storico-mitologici. Rispetto al bozzetto (inv. 1089; cfr. scheda 1015), la finitura del gioco degli sguardi sottolinea gli opposti sentimenti di fronte a quel decreto del caso da cui un’Elena appena adolescente sembra derivare nella postura e nell’espressione un certo, lezioso, patetismo.