- Titolo: Ecce Homo
- Autore: Antonio Allegri, detto il Correggio (copia da)
- Data: XVII secolo
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensioni: cm 98 x 70
- Provenienza: Parma, collezione Dalla Rosa- Prati, 1851; in deposito presso l’Università degli Studi di Parma dal 1931
- Inventario: 29
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Deposito
La circostanza che rende più curiosa la nostra copia fra le varie derivazioni dal celebre originale di Correggio (oggi alla National Gallery, inv. 96; per un aggiornamento completo sull’opera cfr. Muzzi 1995, pp. 134-145 e Ekserdjian 1997, pp. 162-163) è il fatto che essa proviene dalla stessa collezione ove era conservato sino al 1675 circa il testo autentico, poi passato, probabilmente per vendita, ai Colonna di Roma e di qui, attraverso ulteriori passaggi, a Londra (per l’ottima ricostruzione cfr. Di Giampaolo – Muzzi 1993).
Famosa è l’incisione che ne derivò Agostino Carracci nel 1587 (Mussini 1995, p. 145) nel periodo del suo soggiorno a Parma, testimonianza importante della presenza della tela, a quella data, in casa della famiglia Prati (l’unione con i Dalla Rosa avvenne per matrimonio sulla metà del ’600), e fonte primaria delle derivazioni che da allora si diffusero, contribuendo non poco alla confusione critica sull’identificazione dell’originale.
Tanto famosa che nell’inventario di provenienza il nostro dipinto passava per lavoro dello stesso Agostino, mentre almeno sino al 1675 non sussisteva evidentemente motivo alcuno per la famiglia Prati di procurarsi copia di un dipinto che possedevano in originale, un dipinto di grande intensità patetica, stilisticamente “parmense” nel senso che rimanda al clima emotivo (è sufficiente sottolineare la presenza della Madonna quasi in deliquio), alle meditazioni sul tema della Passione e del sacrificio di Cristo, già così importanti per le tele Del Bono (cfr. schede nn. 147 e 148).
La nostra copia, pur con un’accentuata lucida resa grafica dei particolari e una sorta di viraggio prospettico che tende a sottolineare una visione da sinistra che rende centrale la figura del Cristo (mentre Correggio, come sempre, gioca di luce e di prospettiva), appare davvero come il tentativo di sostituire senza infamia l’opera ceduta per ragioni di cassa. In questo contesto l’ipotesi – avanzata da Ricci nel 1896 – che autore sia stato Jean Boulanger detto il Fiammingo (1606-1660), pittore di origine francese noto per avere eseguito, al servizio di Francesco I d’Este appassionato collezionista, numerose copie proprio da Correggio, trova allo stato attuale un limite oggettivo nelle date per una discrepanza di quindici anni, a meno che non si voglia dar credito allo storico Affò (1796, p. 84) il quale riporta voci e sussurri cittadini sulla volontà del proprietario di vendere, già prima del 1675, l’opera a qualche “gran personaggio” straniero.