• Titolo: Dalila che sta per recidere i capelli a Sansone
  • Autore: Francesco Pescatori
  • Data:
  • Tecnica: Olio su tavola
  • Dimensioni: 43,5 x 35,2
  • Provenienza: donato da Gabriella e Vittorio Pescatori nel 2000
  • Inventario: Inv. 2190
  • Genere: Pittura
  • Museo: Galleria Nazionale
  • Sezione espositiva: Deposito

La piccola tavola si presenta in buone condizioni, nonostante tre spaccature verticali; la superficie è segnata da abrasioni, sulla barba di Sansone e sulla veste di Dalila all’altezza delle gambe. Si tratta di un bozzetto da riferire all’opera, non rintracciata, esposta alla Ducale Accademia di Belle Arti di Parma nel 1839: “Eseguì un bel quadrotto (commessione sovrana) rappresentante Dalila che sta per recidere i capelli a Sansone: figura poco al di sotto del vero. Il merito del comporre, dell’espressione, e del dipingere scorgesi ugualmente ad un buon grado in questo lavoro” (Esposizione… 1839, p. 154; inoltre: Copertini 1954a, p. 162; Copertini 1971, p. 50; Mecenatismo… 1974, p. 139; Sacchelli 1996; Lasagni 1999, vol. III, p. 878).

Le ridotte dimensioni non offuscano l’effettiva capacità di relazionare figure con un abile gioco di gesti e sguardi, tale da manifestare l’avvenuto superamento della lezione, corretta ma tradizionale, dei professori accademici: Biagio Martini e soprattutto Giovan Battista Callegari, apprezzato per le competenze nell’anatomia e la qualità del disegno (Martini 1862, pp. 24-25). Il pittore di Dalila, pur evidentemente influenzato da capolavori cinque e seicenteschi della Galleria dell’Accademia di Belle Arti, si era lasciato alle spalle gli studi, orientandosi ormai con sicurezza – forte anche di una stesura a tratti lunghi e rapidi del colore molto diluito – verso l’elaborazione di soggetti sacri per Maria Luigia d’Asburgo, sua principale committente e protettrice. Del resto, la produzione devozionale per le chiese parmensi offrì al Pescatori le occasioni di maggior visibilità durante i quattordici anni in cui egli poté partecipare alle ducali munificenze, origine prima di un catalogo tuttavia forzatamente esiguo.

La prematura scomparsa dell’artista e la successiva, accidentale, distruzione delle carte rimaste alla famiglia rendono arduo ricomporre il suo breve percorso: il dono alla Galleria di questo piccolo dipinto (accettato con D.M. del 19 aprile 2000), da parte degli attuali discendenti, vale quindi da preziosa testimonianza della fase iniziale dell’attività del Pescatori. Figlio di Stanislao e fratello maggiore di Demetrio, entrambi scultori e plasticatori di modesta fortuna, Francesco si trovò, giovanissimo, a mantenersi con il proprio talento. La data della nascita, controversa, potrebbe risalire al 1813: accogliendo l’età indicata nell’atto di morte (Scarabelli Zunti, Documenti…, fine del XIX secolo, vol. IX, c. 213), il primo quadro – un Figliol prodigo, ricordato nella pubblicistica coeva ma a sua volta disperso (Lasagni 1999, vol. III, p. 878) – fu compiuto dal Pescatori nel 1836, a vent’anni.

Bibliografia
Copertini 1954a, p. 165 nota
Antonio Musiari, in Lucia Fornari Schianchi (a cura di) Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere. Il Settecento, Franco Maria Ricci, Milano 2000.