Assegnata dapprima al pittore cremonese Vincenzo Campi, questa tavola era in precedenza attribuita a un non meglio identificato pittore fiammingo, vista la derivazione della stessa da un dipinto di Joachim Beuckelaer custodito al Kunsthistorisches Museum di Vienna e datato 1574.

La paternità nordica venne poi ribadita in tempi più recenti da altri studiosi che chiarirono il perché dell’iniziale fraintendimento, individuando in opere come questa la fonte d’ispirazione dell’estetica di Campi.

Il riferimento all’area fiamminga sembra confermato dal soggetto iconografico del dipinto, una esaltazione moraleggiante delle virtù della vita attiva su quella contemplativa, ovvero della via protestante alla fede su quella cattolica, a partire da un episodio narrato nel Vangelo di Luca, ovvero la visita di Cristo nella casa di Marta e Maria. L’opulenza della cucina della cuoca – ovvero Marta – offre infatti un primo piano di assoluta opulenza quale ricompensa per la purificazione avvenuta nel lavoro.

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