L’affresco è racchiuso sui tre lati da una cornice a decorazioni geometriche policrome identica a quella dell’Annunciazione e del Battesimo. Alla sommità della Croce massiccia sta appollaiato un pellicano nell’atto di nutrire i suoi piccoli con il sangue del proprio petto, secondo un’iconografia largamente adottata nel ’300 che simboleggia il sacrificio divino.

Il Cristo morto e col capo reclinato sulla spalla è piegato su se stesso, mentre lateralmente la Vergine è sorretta dalle pie donne. Un gruppo di cavalieri campeggia sul fondo e dall’altro lato San Giovanni si accosta alla croce seguito da alcuni saggi e da altri cavalieri. Sulla tunica di uno di essi si intravedono le lettere S P e sul fondo campeggiano la Q e la R (Senatus Populusque Romanus). In primo piano si scorge, pur tra le numerosissime lacune, la Maddalena inginocchiata, che si protende verso la Croce toccando i piedi di Cristo. Un’identica composizione si ritrova nella Crocifissione della cappella Porro a Mocchirolo, ora rimontata nella Pinacoteca di Brera e nella Crocifissione dell’oratorio di Lentate, mentre l’iconografia di San Giovanni Battista si avvicina alle miniature di identico soggetto, già nella raccolta Artaud de Montor, attribuite alla maniera di Giovanni di Benedetto da Como. L’episodio può essere assegnato per una minore eleganza nei gesti e per una scelta meno raffinata nel disegno, a un aiuto del Maestro della cappella di Santa Caterina. La linea assai più marcata ispessisce i contorni e irrigidisce le figure. I colori metallici e freddi, con iridescenze asprigne, sono privi di quelle varianti cromatiche presenti in abbondanza negli altri riquadri.

Scheda di Antonella Gigli tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere dall’Antico al Cinquecento, Franco Maria Ricci, Milano, 1997.