- Titolo: Consacrazione del Duomo di Parma
- Autore: Giuseppe Bissoli
- Data:
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensioni: 105,4 x 139
- Provenienza: ignota
- Inventario: Inv. 807
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Deposito
Si ignora l’originaria destinazione di questo dipinto, menzionato solamente nell’Inventario generale con l’attribuzione a Giuseppe Bissoli, un pittore poco noto per l’esiguità del repertorio delle opere note oltre che per le scarse notizie biografiche, meritevole d’ulteriori e più precisi approfondimenti. Una prima disamina delle fonti archivistiche locali rivela che il Bissoli era figlio primogenito di Domenico, un domestico che nel 1818 aveva lasciato Pontremoli per trasferirsi a Parma con la famiglia (Archivio Comunale, Censimento 1839) e che ricevette una solida educazione accademica sotto la guida del Borghesi, ottenendo nel 1838 il premio annuale per il Nudo dipinto e nel 1939 quello per la mezza Figura (Atti…, vol. III, p. 380 e vol. IV, pp. 45, 53; Martini 1873a, p. 21).
Per incarico di Maria Luigia eseguì fra il 1836 e il 1847 undici opere che in parte confluirono nelle collezioni ducali e in parte furono donate ad alcune chiese del contado (Negri 1852, ed. 1974, pp. 165-169; Cirillo – Godi 1986, pp. 237, 240, 304, 340), mentre per Luisa Maria di Berry dipinse nel 1851 un San Carlo Borromeo a mezza figura (Carteggio… 1851, II, Delibera del 3 gennaio 1851) e una fedele copia della Presentazione al tempio di Carpaccio, tuttora conservata presso l’oratorio dell’Annunziata in Vedole (Negri 1852, ed. 1974, p. 169). Partecipò con assiduità anche alle esposizioni artistiche locali patrocinate da Maria Luigia e poi a quelle promosse dalla Società di Incoraggiamento, esponendo una serie di dipinti quasi prevalentemente di carattere religioso, fanno eccezione un Busto di Maria Luigia con un allievo della scuola militare (1840), due scene di genere raffiguranti una Famiglia (1841) e un’Elemosina (1859) e uno storico Niccolò de’ Lapi (1862), menzionati nelle recensioni dei periodici locali ma che al momento non sono stati rintracciati (Malaspina 1841, pp. 148-149 e 1845, p. 187; Esposizione… 1841a; Guida… 1846; Esposizione… 1858a, p. 15; Esposizione… 1858b; Belle Arti 1859, p. 162; Allegri Tassoni 1984, pp. 543, 544, 546, 553). Nel 1867 il Consiglio accademico gli conferì l’incarico di custode dell’Accademia in sostituzione dello scomparso Umbellino Burlazzi, avendo constatato che “per capacità e probità (…) non presenta eccezioni di sorta, ed è uomo, anche per le sue sventurate, angustissime condizioni, il quale merita di essere vivamente raccomandato” (Atti… 1864-1877, vol. VIII, pp. 153-154). Il pittore morì l’8 gennaio 1875 (Atti…, vol. VIII, p. 328).
La tela conservata in Galleria raffigura la consacrazione del Duomo cittadino officiata da papa Pasquale II il 31 ottobre 1106, a questo solenne momento allude infatti la grande croce luminosa riflessa sul pavimento, alla presenza di Matilde di Canossa, del vescovo Bernardo degli Uberti e di una “gran moltitudine di Vescovi e Signori (…) tra il giubilo del contentissimo Popolo” (Affò 1793, vol. II, p. 130). La rigorosa e semplificata impaginazione della scena con il ciborio dominante sullo sfondo, la composizione per gruppi dei protagonisti dell’evento schierati in primo piano lungo un’unica linea e le figurine scalate in profondità richiamano in parte le due versioni pressoché coeve dello Sposalizio della Vergine dipinte dal Perugino e da Raffaello. È noto, fra l’altro, che nel 1858 il Bissoli realizzò per il collezionista Antonio Franchetti cinque copie tratte da famosi maestri fra le quali vi era elencata anche la tavola del Raffaello (Esposizione… 1858a, p. 15). Massima cura è posta nella descrizione dei costumi sapientemente panneggiati e soprattutto nella caratterizzazione espressiva e fisionomica di ciascun personaggio, alcuni dei quali sono da considerarsi ritratti al vero, che conferiscono alla narrazione un tono vivace e unitario.