• Titolo: Carlo III di Borbone
  • Autore: Ulisse Passani
  • Data: 1888
  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensioni: 122 x 90
  • Provenienza: donato dal duca Roberto I di Borbone nel 1888
  • Inventario: Inv. 1042
  • Genere: Pittura
  • Museo: Galleria Nazionale
  • Sezione espositiva: Deposito

Il dipinto riflette nel fondale scenografico, nella posa ferma di Carlo III, “l’apparenza di verità” di quelle immagini fotografiche che il duca sappiamo amava, e per far le quali pare si servisse di un baule di abiti e continuasse a svestirsi e rivestirsi, mai pago del risultato (Rosati 1990, p. 68).

C’è in questo ritratto ufficiale tutto quello che negli anni della sua contraddittoria reggenza, cominciata nel 1849 per l’abdicazione del padre, Carlo II e stroncata da un atto cruento, l’assassinio del 26 marzo 1854, egli era fiero d’ostentare: la preziosa e raffinata uniforme, da capitano generale, con la tunica bleu de roi filettata in scarlatto, il triplo gallone a foglie d’oro, i bottoni dorati con giglio, l’elmo con pennacchio a penne scarlatte, gialle e blu, e, ben in vista, le onorificenze dell’Ordine Costantiniano, del Santo Spirito e il Toson d’oro (cfr. Zannoni 1984, fig. a p. 105); e poi i ridondanti mobili neorococò (Cirillo – Godi 1983, p. 236) e ancora lo stemma ufficiale dei Borbone-Parma, da lui approvato e depositato presso l’Archivio di Stato della città il 29 gennaio 1852 (Balansò 1995, pp. 215-216).

Dati ugualmente riferiti da un’iscrizione sul verso, ne accomunano le sorti al precedente: un brano di pittura destinato a essere apprezzato per il proprio valore iconografico; anche questa un’immagine desunta da un’altra, probabilmente, una copia. Lo denunciano la resa dei dettagli, priva di brio nella lenticolare finitezza e il segno insistito del disegno, ben eseguito, ma utile solo a ritagliare, in uno spazio costruito per fredde giustapposizioni di colori, una figura assente. Non sappiamo se, come sono propensa a credere, esistesse anche in questo caso un prototipo fedele.

Se c’era, certo doveva trattarsi di qualcosa di molto diverso dall’efficace formulazione del Watts. Di fatto nessuno dei ritratti del duca oggi noti corrisponde a quello in esame: conosciamo raffigurazioni simili, non uguali (cfr. Franzè s.d. [ma 1983], passim: in particolare il disegno di L. Bigola, fig. a p. 79; Balansò 1995, figg. a pp. 94, 100) e tra esse, non so se a causa del descrittivismo del trattamento pittorico, quella che più mi pare gli somigli, al di là dell’abbigliamento e della posa in controparte, è la stampa su carta all’albumina ricavata da un dagherrotipo, conservata presso l’Archivio Borbonico dell’Ordine Costantiniano di Parma (Rosati 1990, p. 69, n. 3).

Bibliografia
Elenco… 1894, n. 43;
Ricci 1896, pp. 219-220;
Sorrentino 1932, p. 26;
Quintavalle A.O. 1939, pp. 263-264;
Copertini 1971, p. 120;
Dizionario… 1975, vol. VIII, p. 358;
Lasagni 1999, vol. III, p. 816
Restauri
1953-54
Cecilia Cavalca, in Lucia Fornari Schianchi (a cura di) Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere. Il Settecento, Franco Maria Ricci, Milano 2000.