• Titolo: Carlo II di Borbone
  • Autore: Ulisse Passani
  • Data: 1888
  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensioni: 125 x 90
  • Provenienza: donato dal duca Roberto I di Borbone nel 1888
  • Inventario: Inv. 1041
  • Genere: Pittura
  • Museo: Galleria Nazionale
  • Sezione espositiva: Deposito

Uno sfondo panoramico, la colonna e il drappo, come conviene a un immagine ufficiale, il busto di tre quarti ritto e avvolto nell’ampio manto bianco di commendatore dell’antichissimo ordine militare “de Santiago” (San Giacomo della Spada), uno dei più celebri della penisola iberica (cfr. Bresson 1844, pp. 87-88) e soprattutto, a catalizzare l’attenzione, il volto nobile, dall’espressione vivida; così George Frederic Watts (1817-1904) tratteggia, per abili passaggi di colore, la figura di Carlo II di Borbone, infante “cavalleresco, simpaticissimo, edonista”, duca di Parma dal 1847 al 1849 (cfr. Balansò 1995, pp. 75-90).

Il dipinto del famoso ritrattista inglese, che il colto e raffinato Carlo Ludovico ben poteva conoscere e apprezzare grazie alle assidue frequentazioni londinesi, è firmato e datato: “G.F. Watts F. 1848”. L’opera costituisce il modello della tela di Ulisse Passani. L’originale, già in possesso della principessa Enrica di Borbone, è giunto per sua donazione a Parma, presso la sede dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, solo nel 1971 (Verbale di consegna… 1971; nel dattiloscritto, come Carlo III, per errore di battitura).

La circostanza giustifica l’assenza, nella precedente letteratura, di un preciso riferimento alla tela quale modello della copia in esame, limitandosi le brevi notazioni a riguardo a riportare l’indicazione desumibile dall’iscrizione sul recto: “Passani Ulisse copiò da G.F. Watts 1888”. Fondamentale per chiarire la vicenda dell’opera, eseguita dal pittore parmense in pendant alla successiva (inv. 1042), con la quale condivide misure, cornice, occasione d’esecuzione e destinazione, l’iscrizione sul verso. Da essa apprendiamo che fu dipinta dietro richiesta del corpo accademico al fine di completare “la collezione dei ritratti” dello Stato parmense e fu in seguito donata alla Pinacoteca di Parma, per atto munifico, dallo stesso duca Roberto I, che se ne dovette quindi accollare le spese d’esecuzione.

È una derivazione fedele, diligente e di buona tenuta: coerente nell’impaginazione sa distinguersi per la capacità interpretativa dei valori cromatici, resi con un gesto sicuro che in parte compensa la mancanza di freschezza, tipica della copia. Le condizioni di conservazione sono complessivamente soddisfacenti. Segnaliamo, per completezza d’informazione, che oltre a quello ideato dal Watts è noto un altro dipinto ufficiale di Carlo Ludovico di Borbone, conservato all’Archivio di Stato di Lucca, nel quale il duca appare seduto su di uno scranno, vestito dello stesso manto (cfr. Balansò 1995, fig. a p. 86).

Bibliografia
Elenco… 1894, n. 42;
Ricci 1896, p. 219;
Sorrentino 1932, p. 26;
Quintavalle A.O. 1939, pp. 263-264;
Copertini 1971, p. 120;
Dizionario… 1972-1976, vol. VIII, p. 358;
Lasagni 1999, vol. III, p. 816
Restauri
1953-54
Mostre
Milano 1991
Cecilia Cavalca, in Lucia Fornari Schianchi (a cura di) Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere. Il Settecento, Franco Maria Ricci, Milano 2000.