Acquistati come opere di anonimo, vennero dubitativamente accostati al Reni da Pigorini (1887) e ricondotti alla Scuola di Cignani da Quintavalle (1939).

Si tratta in effetti di modeste derivazioni da due prototipi di quest’ultimo. Della Carità esistono numerosi esemplari in dipendenza da un prototipo citato da Marcello Oretti in collezione Turco di San Niccolò a Verona, passato poi in casa Canossa e di qui nel Museo di Castelvecchio della stessa città (cfr. Buscaroli Fabbri 1991, n. 31).

L’originale dell’Ebbrezza di Sileno è invece smarrito, ma se ne conserva testimonianza attraverso un disegno agli Uffizi (n. 4343 S.), che la Buscaroli Fabbri (1991, p. 212) giudica “molto probabilmente autografo”, e un’incisione di Giuseppe Viaggi datata 1695 (Bologna, Pinacoteca Nazionale, inv. 5057).

Bibliografia
Pigorini 1887, p. 26;
Ricci 1896, pp. 28-29;
Quintavalle A.O. 1939, pp. 97-98 (inv. 986), 299 (inv. 985);
Ghidiglia Quintavalle 1968b, pp. 85-86;
Vitelli Buscaroli 1953, pp. 104-105, 153-154;
Buscaroli Fabbri 1991, p. 148, ripr. a p. 149 (inv. 985), p. 212, n. 87 (inv. 986)
Restauri
1968
Mostre
Parma 1968
Scheda di Daniele Benati, tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere Il Seicento, Franco Maria Ricci, Milano, 1999.