Il capitello si presenta in buono stato di conservazione. La cornice architettonica superiore è formata dall’alternarsi, su ogni lato, di tre edicolette e due timpani ad arco; il sottostante racconto degli episodi del Genesi si svolge senza cesure e la successione delle scene è scandita dal movimento delle figure e dalla ripetuta presenza dell’albero con il Serpente in posizione angolare.

La narrazione inizia con Adamo ed Eva condotti nel Paradiso Terrestre: un giovane Dio, imberbe e dai lunghi capelli, vestito con lunga tunica e mantello avvolgente che ricade sulla spalla, guida per mano Adamo nudo e barbuto, seguito da Eva.
Segue l’episodio della tentazione di Eva: i Progenitori, vestiti con lunghe tuniche bordate al collo e ai polsi con un decoro a trapano, sono seduti su una panca istoriata, dietro di loro un alberello con tre grandi foglie divide simmetricamente la scena e la ambienta; da un lato Eva con la mano alzata vicino al volto sembra ascoltare il Tentatore avviluppato al tronco dell’albero carico di frutti, dall’altro Adamo, seduto in posizione frontale con un fiore in mano non partecipa al “colloquio” che si sta svolgendo alla sua destra.
La scena successiva ha una scenografia identica alla precedente e presenta Eva che offre i frutti ad Adamo.
Il quarto lato raffigura la vergogna dei Progenitori dopo il peccato: Adamo ed Eva sono ignudi, vergognosi delle proprie nudità e seduti sui rami inferiori dell’albero fruttifero, secondo un’iconografia che richiama simbolicamente l’albero genealogico.
Si potrebbero proporre alcune simbologie interne a questo capitello, come quella suggerita dall’abbigliamento di Adamo ed Eva prima del peccato e dalla presenza della panca marmorea, forse allusiva di un arredo classico, che potrebbe ricollegarsi all’iconografia del Jeu d’Adam nel dramma liturgico (Frugoni 1984); d’altra parte la nudità e la “naturalità” dei Progenitori dopo il peccato suggeriscono la contrapposizione fra l’eternità del Paradiso Terrestre e la realtà storica del tempo umano.