• Titolo: Canonica di Vairo
  • Autore: Enrico Fanti, detto Settimio
  • Data: 1869
  • Tecnica: Olio su tavola
  • Dimensioni: 61 x 47
  • Provenienza: Parma, Accademia di Belle Arti; vinto dal Ministero della Pubblica Istruzione alla Società di Incoraggiamento nel 1869
  • Inventario: Inv. 685
  • Genere: Pittura
  • Museo: Galleria Nazionale
  • Sezione espositiva: Deposito

Con il titolo Vairo l’opera, che reca la data 1869, venne esposta in quello steso anno alla mostra organizzata a Parma dalla Società di Incoraggiamento agli artisti; acquistata dalla Società stessa (Allegri Tassoni 1984, p. 553), essa venne aggiudicata al Ministero dell’Istruzione pubblica che la destinò alla Galleria. Nell’ordinamento museografico operato da Corrado Ricci il dipinto figurava esposto nella Sala XXVI, dedicata alle vedute di Parma (Ricci 1896) e, per la sua appartenenza alle collezioni pubbliche, esso è puntualmente menzionato nelle voci biografiche dedicate a Enrico Fanti; che il pittore però usasse di preferenza il nome Settimio è noto e provato anche dalla firma apposta a questo lavoro.

La formazione artistica di Settimio Fanti fu seguita direttamente dal padre Erminio, apprezzato paesaggista e stimato insegnante all’Accademia Parmense. Gli scorci cittadini, i cortili rustici e gli antichi borghi della campagna, studiati dal vero in opere condotte con la decisa volontà di fermare gli effetti atmosferici e i gagliardi contrasti cromatici, connotano la gran parte della produzione dei numerosi paesisti formatisi all’Accademia a partire dalla metà degli Anni sessanta dell’800. Nel solco di tale tradizione figurativa si colloca anche l’attività di Settimio Fanti, che pure si mantenne sempre entro i confini di una produzione condotta con diligente padronanza di mezzi. Il suo esordio pubblico era avvenuto nel 1868, alla mostra della Società di Incoraggiamento, con il dipinto Un vicolo chiuso presso il Duomo di Parma (inv. 606, cfr. scheda n. 1156), che può essere utilmente confrontato, sul piano stilistico e compositivo, con l’opera in esame a dimostrare, inoltre, la continuità di scelte tematiche in rapporto all’insegnamento di Luigi Marchesi. Per quanto condotto su spunti dal vero questo scorcio dell’antico borgo dell’alta Val d’Enza è ancora fortemente debitore alle esercitazioni svolte per l’Accademia: il pittore dimostra già una certa sicurezza, ma il taglio della composizione risulta decisamente monotono nel susseguirsi meccanico dei tre edifici allineati. Il cortile chiuso, dove una contadina ha appena finito di spargere granaglie alle galline, è reso tuttavia con un ductus corsivo che scandisce la vivace incidenza della luce.

Bibliografia
Ricci 1896, p. 387;
Sorrentino 1931b, p. 20;
Copertini 1971, p. 73;
Mecenatismo… 1974, p. 115;
Coccioli Mastroviti 1994a, p. 629;
Lasagni 1999, vol. II, p. 562
Mostre
Parma 1869
Roberto Cobianchi, in Lucia Fornari Schianchi (a cura di) Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere. Il Settecento, Franco Maria Ricci, Milano 2000.