• Titolo: Burrasca al chiaro di luna nel golfo di Napoli
  • Autore: Joseph Rebell
  • Data: 1822
  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensioni: 79 x 115
  • Provenienza: donato dall’autore a Maria Luigia d’Austria; in Galleria dal 1826
  • Inventario: Inv. 241
  • Genere: Pittura
  • Museo: Galleria Nazionale
  • Sezione espositiva: Ottocento a Parma

Assieme alla Burrasca al tramonto presso i faraglioni di Capri (inv. 240; cfr. scheda successiva), il dipinto venne inviato quale presente dall’artista a Maria Luigia d’Austria, duchessa di Parma dal 1816 al 1847, che nel novembre 1826 ne fece dono alla Galleria parmense. L’omaggio del Rebell si può spiegare quale ringraziamento per i prestigiosi incarichi ottenuti presso la Corte viennese, dalla nomina a direttore della Gemäldegalerie e conservatore del Castello del Belvedere, a quella, pur solo onorifica, di professore di Pittura di paesaggio (1824).

L’appoggio della Corte imperiale arrivava in un momento cruciale per il Rebell, che con i rovesci politici del 1815 aveva perduto i favori di Eugenio de Beauharnais, viceré di Milano e di Gioacchino Murat, re delle Due Sicilie, alle cui corti aveva lavorato con successo a partire dal suo arrivo in Italia. Proprio durante il suo soggiorno presso la Corte partenopea, dal 1812 al 1815, Rebell dipinge per Carolina Murat una serie di tredici vedute di Napoli e dintorni (oggi in parte nel Castello di Chantilly) che gli procurarono uno strepitoso successo.
La fortuna di queste tele induce Rebell, già a Napoli e quindi di ritorno a Roma, a specializzarsi su questo tema, attirando così una clientela aristocratica di carattere internazionale, tra cui la casa reale bavarese, il principe di Lichtenstein e, appunto, la casa reale austriaca. Nel 1819, infatti, in occasione di una mostra di artisti tedeschi residenti a Roma allestita in Palazzo Caffarelli in Campidoglio, Rebell riceve da Francesco I, padre di Maria Luigia, la commissione per la suite delle quattro vedute oggi nell’Osterreichische Galerie di Vienna. Generalmente considerato il pendant del n. 240, in realtà il dipinto in questione è più piccolo di una ventina di centimetri per lato e lo precede di un anno. Come quello, però, è “di grandissimo effetto, se non di altrettanta verità” (Ricci 1896); l’accento è spostato tutto sull’effetto drammatico e romantico della burrasca notturna o vespertina piuttosto che quello della serena veduta di tradizione vanvitelliana. Affinità si possono riscontrare ancora con la Tempesta presso l’Arco di Miseno sulla costa del Fusaro (1819) conservata a Vienna e con la tela più piccola (cm 42 x 64) con una scena di un naufragio presso una costa datata 1824, nota da una foto già di H. Voss, oggi alla fototeca del Louvre.
La fortuna di questa tela e del suo pendant è testimoniato dalla copia che la duchessa Luisa Maria di Borbone commissionò a Erminio Fanti nel 1856, ora nella collezione Pizzarotti.

Bibliografia
Martini 1870a, p. 59;
Pigorini 1887, p. 28;
Ceruti 1894, p. 47;
Ricci 1896, p. 372;
Sorrentino 1931b, p. 28;
Quintavalle A.O. 1939, p. 331;
AA.VV. 1972, n. 298;
Mecenatismo… 1974, pp. XXXV, 69;
Pinto 1982b, p. 987 fig. 967;
AA.VV. 1989;
Ferrari 1992, p. 136 fig. 4.44;
Cirillo 1992a, p. 28 n. 99;
Fornari Schianchi 1997b, p. 105
Restauri
1967;
1992 (C. Alessandrini)
Mostre
Rio de Janeiro-San Paolo 1989;
Bologna 1992;
Colorno 1992
Marco Riccomini, in Lucia Fornari Schianchi (a cura di) Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere. Il Settecento, Franco Maria Ricci, Milano 2000.