• Titolo: Borgo della Morte in Parma
  • Autore: Baldovino Bertè
  • Data: 1872 (vinto dalla Galleria)
  • Tecnica: Olio su tavola
  • Dimensioni: 46 x 29
  • Provenienza: Parma, Accademia di Belle Arti; vinto alla Società di Incoraggiamento nel 1872 (?)
  • Inventario: Inv. 594
  • Genere: Pittura
  • Museo: Galleria Nazionale
  • Sezione espositiva: Deposito

Il dipinto segnalato negli inventari della Galleria come premio accademico vinto all’esposizione promossa dalla Società di Incoraggiamento nel 1872, rappresenta una veduta di una porzione del tessuto urbano di Parma localizzato, probabilmente, presso l’odierno piazzale Borri, al margine di via Tommasini. L’esatta localizzazione dell’area è ostacolata dalla presenza del giardino in primo piano nel dipinto, non rilevato dalla cartografia sette-ottocentesca relativa a Borgo della Morte.

Il settore urbano raffigurato in una solare giornata primaverile, appartiene alla porzione di più antico insediamento della città di Parma, un’area la cui morfologia è stata condizionata dal circuito murato tardoromano e dagli insediamenti monastici altomedievali di Sant’Uldarico e San Quintino. Il borgo prende il nome dall’oratorio di San Claudio, eretto nel 1617 nella casa di Claudio Monteverdi dalla Confraternita della Morte, fondata nel 1577. La veduta riprende lo spazio urbano da via Tommasini, presso l’incrocio con Borgo Garimberti; in primo piano è raffigurato un alto muro di separazione tra lo spazio pubblico, la strada, e le aree verdi di proprietà privata, riprendendo una caratteristica ancora visibile in Borgo Giordani, dove lo spazio strada è definito da una cortina edilizia e dall’alto muro di recinzione del giardino annesso all’ex monastero di San Paolo. Sul trivio stradale è localizzata una maestà con lanterna, che oltre al ruolo di luce votiva svolge anche la funzione di illuminazione stradale, una funzione mantenuta fino all’impianto dell’illuminazione pubblica a gas nel primo ’900. Il dipinto riprende lo schema classico della veduta, con quinte edificate che definiscono i limiti della scena, al cui centro è tratteggiata in profondità la strada cittadina; lo spazio appare disabitato, animato solo da un viandante e una devota, riportati quali elementi di raffronto dimensionale per l’ambientazione urbana.

Scarse le notizie reperite sull’autore, ignorato dai repertori parmensi; il Bertè è stato allievo dell’Accademia parmense di Belle Arti, dove ha conseguito nel 1868 e 1869 il premio per la categoria Paesaggio “per miglior disegno, maggior finitezza e fedeltà al modello” (Atti… 1864-1877, vol. VIII, cc. 180-181, 230), completando la formazione professionale quale seguace dei Carmignani. Seppure non documentata, la datazione tradizionale del dipinto appare congruente, per l’impostazione accademica e scolastica, con l’età giovanile dell’autore.

Bibliografia
Ricci 1896, p. 385;
Sorrentino 1931, p. 16
 
Sauro Rossi, in Lucia Fornari Schianchi (a cura di) Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere. Il Settecento, Franco Maria Ricci, Milano 2000.