Artista giramondo, alla metà degli Anni quaranta il Lasagna si recò nell’America Latina a cercare fortuna e la ottenne se nel 1848 ebbe da Don Pedro del Brasile una medaglia d’oro. Come indicato dall’iscrizione sul retro risale al soggiorno sudamericano anche il nostro dipinto. Rientrato a Parma nel 1856 espose svariati quadri alla Società di Incoraggiamento e nel 1863 varie opere all’Esposizione Industriale Provinciale, fra cui un Episodio della Battaglia di Montebello, che poi ripresentò nove anni dopo nel 1872 alla seconda Mostra Nazionale di Milano, dipinto che l’artista dovette considerare il suo capolavoro.

La presente opera di cui non sappiamo quando e per quale fortunata circostanza sia pervenuta in Galleria restò nel più completo dimenticatoio, fino alla metà degli anni Settanta allorquando venne fuggivamente segnalata da Godi su suggerimento di Enrico Alfieri. Va sottolineato in merito alla ritrattistica del Lasagna che sono oggi noti altri tre autoritratti dell’artista conservati presso la Pinacoteca Stuard a Parma (cfr. da ultimo Barocelli 2000, pp. 119-120), probabilmente tutti eseguiti mentre il pittore era in Brasile e questa produzione, oltre a farci intuire un ego un po’ sopra le righe del Lasagna, ci fa comprendere anche l’indiscutibile successo che egli riscosse in America Latina. Uno, in costume brasiliano appunto, a figura intera, è firmato e datato 1851, un altro a mezzo busto, con cappello e mantello, praticamente sovrapponibile al quadro della Galleria, riporta sul retro la scritta Lasanha, che sembra una storpiatura in portoghese del suo cognome e un ultimo di qualità decisamente inferiore, anch’esso a mezzo busto in costume, pare essere, sia per ragioni di stile, che di fisionomia dell’artista, coevo agli altri. In tutti e quattro i lavori il Lasagna dimostra una qualità stilistica poco più che mediocre; le effigi segnate da un tratto non poco duro e sottolineate da luci trasversali vivide che ne esaltano la tridimensionalità, rimangono alquanto rigide e bloccate, anche se emerge in tutta la sua evidenza il temperamento garibaldino un po’ guascone e un po’ romanticheggiante dell’artista.

Bibliografia
Mecenatismo… 1974, p. 70;
Marchi 1991, p. 268;
Tanara Sacchelli 1995b, p. 5;
Giordani – Zuliani 1999, vol. II, p. 32;
Lasagni, 1999, vol. III, p. 172;
Barocelli 2000, p. 120
Restauri
2001 (Lab. Restauro Dipinti)
Angelo Loda, in Lucia Fornari Schianchi (a cura di) Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere. Il Settecento, Franco Maria Ricci, Milano 2000.