- Titolo: Amore con freccia
- Autore: Giovan Battista Borghesi
- Data:
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensioni: 65 x 50
- Provenienza: ignota; in deposito presso il Palazzo del Giardino (Comando dei Carabinieri) dal 1969
- Inventario: Inv. 786
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Deposito
Nell’Inventario del 1938 viene registrato come opera di Giambattista Callegari, ribadito come autore ancora nell’Inventario generale e, invece, probabile esecutore della trasformazione del dipinto. Effettivamente l’opera, prima del restauro che ne ha riconquistato la redazione primaria, si presentava completamente diversa nelle sembianze di Amore con lunghi capelli scuri alle spalle e nel fondo privato delle lievi sfumature di paesaggio, segno evidente di una mutata volontà di resa pittorica.
Già nel 1974 il Godi ne pubblicava la foto di repertorio dopo il restauro con corretta attribuzione al Borghesi, nel percorso del quale questa petite toile rappresenta la prolungata consistenza, ancora verso il 1820, di un esibito neoclassicismo. Il repertorio adottato, conciso e ricorrente, di Amore che tenta di pungersi il dito con la freccia trova i suoi modelli ineludibili in Parmigianino, senza toccare l’acme dei Putti di Fontanellato o dell’Amore che fabbrica l’arco di Vienna, e in Correggio mutuato attraverso Bartolomeo Schedoni, artista di intima misura espressiva, soprattutto nei piccoli quadri domestici, al quale il Borghesi sembra ricorrere per il bianco drappeggio delle vesti.