Il cattivo stato di conservazione dell’opera – già enunciato nell’inventario corrente della Galleria – rende difficile una sua precisa definizione.

L’interpretazione iconografica richiama la tradizione cinquecentesca tra Ferrara e Modena, con esiti possibili verso la cultura bolognese. I cavalieri sembrano favolosamente concretizzarsi nei loro costumi per mezzo della luce, come i cavalli, che quasi echeggiano ancora memorie di un Niccolò dell’Abate. Ma qui i modelli antichi appaiono tramandati alla cultura di un maestro minore, che in parte li riassume e li cataloga alla luce di successive esperienze.

L’avvicinamento al Massarini, pittore reggiano del ’600 educatosi intorno alla scuola del grande cantiere della Ghiara e allievo del Vercellesi, anche se non documentabile, può costituire un suggerimento di ricerca.

Il piccolo artista – uno dei tanti che, oltre la metà del secolo, fondò accademie di limitata dimensione e importanza a Reggio (Pirondini 1986) – è ricordato per le sue numerose opere più che per la sua qualità.

La direzione Bononi-Tiarini, assunta dal Vercellesi dopo la prima educazione presso lo Spada, accanto alla conoscenza delle opere dello stesso Spada come di Luca Ferrari – anche suggeriti fra i suoi possibili maestri – non sembrano elementi del tutto estranei alla cultura dell’artista che eseguì la tela oggi a Parma. Echi nordicizzanti sono peraltro individuabili nella voluta puntigliosità della descrizione nei costumi e negli oggetti, come i vasi in primo piano, anch’essi evidenziati dalla luce. La qualità dell’opera è comunque difficilmente riconoscibile per la forte riduzione dei volumi determinata sicuramente da antiche puliture. Interessante – quasi possibile trascrizione di modelli ferraresi – è la figura in controluce di uno dei Re Magi, forse in origine più fortemente evidenziata contro lo sfondo.

Opere minori come questa poterono fornire la base operativa per le nuove invenzioni di pittori di genere e di battaglia, particolarmente presenti nella cultura dei ducati specie in epoca settecentesca.

Scheda di Rosa D’Amico tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere Il Cinquecento, Franco Maria Ricci, Milano, 1998.