La lastra in marmo di Carrara raffigurante l’Adorazione dei Magi proveniente dalla chiesa certosina di Santa Maria de Schola Dei, oggi nota come Certosa di Parma, venne recuperata insieme a quella con la Fuga in Egitto a Colorno nel 1821 dal direttore dell’Accademia parmense di Belle Arti, Paolo Toschi, e da lui destinata alla Ducale Galleria.

Ricerche recenti hanno consentito di precisare che in origine i due rilievi probabilmente ornavano due altari laterali della chiesa, rispettivamente dedicati ai Re Magi e a San Giuseppe. La scena dell’Adorazione con il gruppo dei Magi in primo piano è completata dall’episodio biblico dell’incontro di Salomone con la Regina di Saba, prefigurazione veterotestamentaria del viaggio dei tre re. Sulla sinistra fa da quinta scenica un edificio in rovina col prezioso fregio a chimere e sulla colonna muscolosi putti disposti a cerchio, a evidente citazione di architetture mantegnesche. La vegetazione di aceri, di querce, di faggi, le rocce scheggiate e il magnifico corteo di cavalli e cavalieri sembrano quasi cesellati in uno spazio illusivo e fantastico, come in un gioiello tardogotico. Le forme e i volti del gruppo degli astanti in basso corrispondono ai tratti più tipici della scultura lombarda della fine del Quattrocento, che aveva in quel momento nella personalità di Giovanni Antonio Amadeo e nella decorazione della Certosa di Pavia il suo centro più vivo d’irraggiamento. Da quel cantiere giunse probabilmente a Parma il maestro che, insieme ai suoi aiuti, scolpì questi due straordinari capolavori.