• Titolo: Abdalomino salutato re di Sidone dopo la conquista di Alessandro il Macedone
  • Autore: Giorgio Scherer
  • Data: 1853 (Gran premio)
  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensioni: 110 x 147,5
  • Provenienza: Parma, Accademia di Belle Arti
  • Inventario: Inv. 716
  • Genere: Pittura
  • Museo: Galleria Nazionale
  • Sezione espositiva: Deposito

Il tema scelto dal corpo accademico per il Gran Premio annuale di Pittura del 1853 è ripreso dalle storie dell’antichità, rari esempi di virtù e valore. Si trattava dell’episodio relativo a un certo Abdalonimo (erroneamente trascritto Abdolomino ovvero Abdolomiro dagli Accademici e dagli storici locali) uomo di stirpe reale, ma costretto per la povertà a coltivare i campi, al quale venne offerta da Alessandro il Macedone la corona di Sidone. Il momento che i concorrenti dovevano effigiare riguardava l’incontro fra due giovani delegati che porgevano all’uomo le insegne reali, mentre egli, che stava lavorando nel proprio orto, veniva colto di sorpresa. Due furono i partecipanti a quel concorso: Ignazio Affanni e Giorgio Scherer, che, nonostante le incertezze dimostrate nella prova di “nudo dipinto dal vero” dello stesso anno, vennero incoraggiati a partecipare al Gran Premio di Pittura annuale, che avrebbe consentito al vincitore di soggiornare a Roma e rimanervi per diciotto mesi con una pensione fornita dalle casse ducali, per perfezionare la propria arte con lo studio delle opere dei grandi pittori conservate in quella città (cfr. Atti… 1853-1857).

Il fortunato vincitore fu il giovane Giorgio Scherer che fin dai primi anni di frequentazione della Scuola dell’Accademia dove fu allievo, insieme ad Affanni e a Cletofonte Preti, di Francesco Scaramuzza aveva dimostrato la propria attitudine alla pittura. A spese della duchessa Luisa Maria di Borbone si era recato a Venezia con Giuseppe Bissoli, incaricato di eseguire copie da dipinti veneti (Copialettere 1854-1859); nel 1852 realizzò, infatti, l’Adorazione dei Magi da Paolo Veronese (esposta nel 1853 all’Accademia con aggiunta nella parte alta di una Gloria d’angeli ripresa da Padovanino) da porre sull’altare laterale della chiesa di Santa Maria dell’Annunciata a Vedole di Colorno (Mecenatismo… 1974, p. 71; Cirillo – Godi 1984, p. 233).

Del dipinto dello Scherer, segnato col n. 2 alla prova di concorso, la commissione degli Accademici aveva particolarmente lodato “la composizione […] una certa facilità di colorito, più di una parte modellata con gusto a guisa al tutto spontanea, e soddisfacente per modo da avvigorire, e ben molto, le speranze già mosse…” e ancora “… in siffatto lavoro si sarebbe desiderato peraltro che nella figura del protagonista, il cui modello è di maniera al tutto ignobile, avess’egli data a riconoscere la sua discendenza a stirpe reale” (Atti… 1853-1857). Una critica che gli venne mossa anche da Martini (1854) il quale, pur elogiandone una certa “gaiezza di tinte e […] un fare spontaneo e sciolto”, ne denunciava l’eccessiva fretta e impazienza che toglieva quella nobiltà che si conviene a un tale personaggio, nella quale si andava cercando per analogia un altro Cincinnato.

Come tale fu interpretato il soggetto da Rondani (1874) che ascriveva questo dipinto al primo periodo stilistico dello Scherer, avendone individuato tre diversi momenti. “Il primo stile” è quello che caratterizza le opere realizzate prima e subito dopo il viaggio a Roma che si distinguono, in un momento ancora di studio, per “le fini diligenze, la correttezza e nitidezza dei contorni nelle figure principali (i lontani erano trascurati apposta) la regolare condotta delle tinte”. Sono queste le qualità che si riscontrano nelle sue prime tele, come questa realizzata dal ventiduenne pittore, in cui un modesto Neoclassicismo, forse ripreso da Enrico Bandini, si fonde con scelte cromatiche e pittoriche ancora settecentesche e di impostazione neocorreggesca, derivategli dalla Silvia e Aminta (inv. 90; cfr. scheda n. 970) del suo maestro Francesco Scaramuzza con trapassi tonali e coloristici che risentono del soggiorno veneto.

Bibliografia
Atti… 1853-1857, vol. VI, pp. 33 e 50-51;
Martini 1854, n. 229;
Rondani 1874, pp. 448-449;
Pigorini 1887, p. 21;
Elenco… 1894;
Ricci 1896, p. 6;
Pariset 1905, p. 106;
Sorrentino 1931b, p. 29;
Pelicelli 1936, p. 34;
Mecenatismo… 1974, p. 48;
Marini 1975, p. 217, f. 307;
Rota Iemmi 1980 p. 15, f. 3;
Tanara Sacchelli 1995a;
Bénézit 1999, vol. XII, p. 405;
Lasagni 1999, vol. IV, p. 364
Restauri
1974
Mostre
Colorno 1974
Cristina Quagliotti, in Lucia Fornari Schianchi (a cura di) Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere. Il Settecento, Franco Maria Ricci, Milano 2000.