Giambattista Bodoni
Giambattista Bodoni, 1740-1813
Bodoni e l’arte tipografica moderna
Figlio d’arte, nel 1758 Giambattista Bodoni (Saluzzo 1740 – Parma 1813) entrò in servizio presso la stamperia della Propaganda Fide, a Roma, dove comprese assai presto il legame tra editoria e potere, chiamato come fu a riordinare i caratteri di Claude Garamond acquistati da Sisto V e commissionati da Francesco I per l’estetica editoriale della monarchia francese, Giambattista potè presto mettere in pratica l’idea di un’immagine grafica “coordinata” dello Stato, visto che a partire dal 1768 lavorò per i duchi di Parma, codificando a loro profitto una pagina originale e universalmente riconoscibile, dai caratteri rigorosamente definiti, non più ispirati a principi calligrafici ma finalmente tipografici. Nell’Urbe ricevette l’omaggio di nobili, intellettuali e artisti e venne ammesso in udienza da Pio VI sancendo poi, nel 1786, la sua consacrazione definitiva. Le visite alla stamperia, meta del Grand Tour, si moltiplicarono, portandolo a farsi conoscere in tutte le corti europee. La sua fama diventò inarrestabile grazie al suo primo Manuale, stampato a mostra dei caratteri da lui fusi nel 1788, e che addirittura approdò in America, ricevendo le lodi di Benjamin Franklin. Intenzionato ad aprire una propria tipografia, indipendente dalla Stamperia Reale, Bodoni riuscì a coronare il proprio sogno nel 1791, grazie a una pensione dalla corte di Madrid e a una autorizzazione sovrana.
Il catalogo bodoniano, in linea con il gusto neoclassico, si contraddistinse per la ricchezza di autori del mondo antico, poi di classici italiani e, via via che si allargava la geografia del suo successo, francesi e inglesi. La sua concezione grafica si rivela appieno nella celebre Oratio Dominica del 1806 contenente la traduzione in 155 lingue del Pater Noster, diventato il più vasto catalogo di alfabeti e di caratteri tipografici mai pubblicato. Le sue edizioni, vere e proprie opere d’arte destinate all’ammirazione e oggetto di bibliofilia in tutto il mondo, gli valsero gloria eterna al punto da essere considerato il fondatore del gusto tipografico moderno. La bellezza delle pagine stampate, dotate di ampi margini, l’utilizzo di carte pregiate e di materiali come la pergamena o la seta, l’armonia della composizione con caratteri che paiono quasi sculture, cristallizzarono il suo stile che diventò un mito per tutto il Novecento. Ancora oggi, nelle varie loro rivisitazioni, vengono utilizzati nella grafica pubblicitaria e nei marchi di grandi firme, rappresentando eleganza, semplicità, italianità e nello stesso tempo lusso e raffinatezza. Se il patrimonio incisorio e tipografico di questa celebre officina entrò presto tra le collezioni ducali, è solo dal 1963 l’apertura del Museo Bodoniano, per decenni poco accessibile e oggi rinnovato al piano terra del palazzo secondo un’estetica che suggerisce i valori di gusto coevi al grande stampatore.
Cronologia
1740 – Il 26 febbraio nasce a Saluzzo da famiglia di tipografi.
1758 – È a Roma presso la Stamperia poliglotta di Propaganda Fide.
1766 – Decide di lasciare Roma per Londra allo scopo di perfezionarsi nell’arte dell’incidere. Giunto in Piemonte, colpito da febbre terzana, deve rinunciare al viaggio londinese. A Saluzzo lo raggiunge l’invito del duca, Don Ferdinando di Borbone, che lo chiama a Parma per impiantare e dirigere la Stamperia Reale, divenuta presto famosa in tutta Europa per la perfezione delle sue edizioni.
1768 – Arriva a Parma, dove rimarrà per tutta la vita, ricercato e visitato da sovrani e letterati.
1769 – Stampa la Descrizione delle Feste per le nozze del duca Ferdinando con l’Arciduchessa d’Austria Maria Amalia: il più importante libro italiano di feste.
1771 – Pubblica il suo primo saggio tipografico Fregi e Majuscole, con cui comincia la serie di manuali, ossia campionari di caratteri da lui disegnati e incisi.
1775 – Epithalamia Exoticis Linguis Reddita per le nozze del principe ereditario di Piemonte Carlo Emanuele di Savoia e Maria Clotilde di Francia, splendido volume ricco di 26 caratteri orientali diversi e illustrato da 139 incisioni.
1783 – È nominato Tipografo di Camera di Carlo III di Spagna. Nello stesso anno stampa Essai de Caracteres Russes per la visita di Paolo, principe ereditario di Russia e della sua consorte alla stamperia.
1788 – Escono il Manuale Tipografo e la Serie di Majuscole e Caratteri Cancellereschi.
1791 – Sposa Margherita Dall’Aglio, collaboratrice e continuatrice della sua opera dopo la morte. Apre la privata stamperia, dove può meglio soddisfare le sue incontentabili esigenze di perfezione e bellezza. Inizia a stampare le edizioni dei classici latini con lo splendido Orazio Flacco.
1793 – Edita Virgilio e gli altri classici latini, patrocinati dal suo mecenate cavalier Nicolas de Azara, ministro del re di Spagna a Roma.
1794 – Stampa La Gerusalemme del Tasso con dedica al re di Spagna Carlo IV che è da considerarsi tra i suoi capolavori.
1795 – La Divina Commedia dedicata a Don Ludovico di Borbone.
1796 – Napoleone entra negli Stati Parmensi, di cui riconosce la sovranità in cambio della neutralità, di onerose contribuzioni di guerra e la requisizione di opere d’arte.
1797 – Stampa le rime del Petrarca.
1800 – Pitture di Antonio Allegri detto Il Correggio esistenti nel Monistero di San Paolo. Il testo italiano, francese e spagnolo in una grande varietà di caratteri è seguito da 35 figure incise dal Rosaspina, parte in nero e altre in sanguigna.
1802 – Morte improvvisa di don Ferdinando nel 1802; il ducato di lì a poco entra a tutti gli effetti nel dominio francese. Louis Moreau de Saint-Méry è nominato Amministratore Generale degli Stati Parmensi.
1805 – Il 26 giugno Napoleone, in visita a Parma, chiede di incontrare Bodoni, costretto invece a letto dalla gotta.
1806 – Stampa l’Oratio Dominica, cioè il “Padre Nostro”, in 155 lingue, libro prezioso che fa epoca nella tipografia. Porta la dedica al viceré d’Italia Eugenio Beauharnais e la prefazione in francese, italiano e latino. È divisa in 4 parti e abbraccia lingue asiatiche, europee, africane e americane in 215 caratteri diversi.
Nello stesso anno invia all’esposizione di Parigi 14 sue edizioni conseguendo la medaglia d’oro del primo premio. In luglio è a Milano per portare l’Oratio Dominica, ospite a Monza del Viceré.
1808 – Iliade in greco, il suo capolavoro, superba edizione in tre volumi di formato massimo. Ne furono tirate anche due copie in pergamena di Baviera, una per Napoleone (ora alla Biblioteca Nazionale di Parigi) e una per Eugenio (nella Biblioteca Palatina di Parma).
1810 – Napoleone assegna a Bodoni una pensione vitalizia di tremila franchi “in considerazione dei progressi che egli ha fatto fare all’arte tipografica”.
1811 – Murat lo decora dell’Ordine delle Due Sicilie.
1812 – Napoleone lo decora dell’Ordine imperiale della Rèunion con un dono di 18.000 franchi.
Negli ultimi tre anni della sua vita l’infaticabile Bodoni lavora alla messa a punto dei quattro classici francesi commissionatigli da re Gioacchino Murat: Fenelon, Racine, La Fontaine, Boileau per l’istruzione del figlio Napoleone Achille.
Per la nascita del re di Roma, stampa il Cimelio Tipografico Pittorico, dedicato a Napoleone e Maria Luigia.
1813 – Muore a Parma il 30 novembre. Se ne diffuse 1’annuncio per la città col suono della maggiore campana del Duomo, il Bajon, riservato ai personaggi delle più nobili famiglie. Il 2 dicembre furono celebrate in Duomo le esequie, a cui parteciparono i capi del Governo, della Municipalità e di tutti i corpi scientifici e letterari.
1818 – La vedova, dopo aver portato a termine i classici francesi per Murat, pubblica in due volumi il de- finitivo Manuale Tipografico, fatica pluridecennale dell’illustre tipografo.