Il Museo Bodoni

Il Museo Bodoni2023-08-02T15:24:49+02:00

Credits fotografici
Giovanni Hänninen

STORIA

Il museo venne inaugurato, dopo circa sette anni di gestazione, il 17 novembre 1963, in occasione del 150º anniversario della morte di G. B. Bodoni (1740-1813). In realtà l’idea di creare a Parma un Centro nazionale di studi sull’arte grafica dedicato al tipografo saluzzese circolò a Parma già nel 1940, durante le celebrazioni organizzate per ricordare il secondo centenario della nascita di Bodoni, iniziate nel mese di maggio: l’idea non fece in tempo a svilupparsi a causa dell’entrata in guerra dell’Italia (10 giugno 1940). Nel 1944 inoltre, venne pressoché distrutta dai bombardamenti la Biblioteca Palatina, custode dei tesori bodoniani: materiale tecnico e bibliografico racchiuso in casse, che si salvò miracolosamente.

Terminata la ricostruzione e ritornata alla normalità la vita civile, politica, sociale ed economica della città dopo la fine della guerra, nel 1957 si riprese il progetto di un museo bodoniano: venne costituito subito un Comitato Promotore, col compito di portare a compimento l’iniziativa. L’atto legale di costituzione del Museo Bodoni fu sottoscritto nel 1960, mentre erano già iniziati i lavori di ristrutturazione dei locali dell’ultimo piano della Biblioteca Palatina destinati ad ospitare la nuova istituzione. L’arredamento generale del museo e la copia in bronzo del busto di Bodoni (dall’originale di Giambattista Comolli) furono opera dello scultore Carlo Corvi (1904-1978). Ottenuto il riconoscimento giuridico e l’approvazione dello Statuto (D.P.R. 18 luglio 1962), il 17 novembre 1963 il nuovo museo finalmente venne aperto al pubblico.

Dopo un ventennio di grande vitalità e prosperità in cui è stato promotore di studi, ricerche, concorsi, mostre ed eventi culturali di risonanza internazionale, il Museo ha vissuto periodi difficili a causa di diversi anni di chiusura seguenti il terremoto del 1983 ed a scarsi finanziamenti. Dal 1999 è iniziata la fase di rilancio, col nuovo Statuto approvato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed un rinnovato Consiglio d’Amministrazione.

Un ulteriore importante cambiamento si è avuto con le nuove modifiche statutarie formalizzate nel 2013 che hanno portato, tra le altre cose, alla creazione della figura del Direttore scientifico. Nel 2004, su invito del Gutenberg Museum di Magonza, il Museo Bodoni è divenuto membro della AEPM, Association of European Printing Museum, mentre nel 2005 ha partecipato alla nascita della Associazione Italiana dei Musei della Stampa e della carta (A.I.M.S.C.), entrando a far parte anche del Consiglio direttivo. Dal 2012 il Museo partecipa al Sistema museale della Provincia di Parma (Deliberazione Giunta provinciale N.° 268 del 10/05/2012).

Il Museo Bodoniano apre al pubblico con il medesimo orario di apertura del Complesso monumentale della Pilotta, dal martedì alla domenica dalle ore 10.30 alle 18.30 (ultimo ingresso alle 17.45).

Per i visitatori che intendano entrare nel solo Museo Bodoniano il biglietto è di € 4, mentre per coloro che intendono visitare sia il Complesso della Pilotta sia il Museo Bodoniano ci sarà la possibilità di abbinare al biglietto del Complesso della Pilotta (€ 12 intero, € 10 ridotto gruppi e € 2 per la fascia d’età 18-25 anni) un biglietto integrato pari a € 2.

Tutte le categorie che godono delle agevolazioni di ingresso nei luoghi di cultura statali previste dalla normativa e consultabili alla pagina: https://www.cultura.gov.it/agevolazioni hanno diritto di ingresso gratuito negli spazi del Museo Bodoniano.

SEZIONI ESPOSITIVE

OPERE E COLLEZIONI

PROGETTI

Attività concluse
(2008-2013)

1) Catalogazione materiale tipografico-fusorio dell’Officina Bodoni (punzoni, matrici, strumenti per la fusione dei caratteri, ecc…) conservato presso il Museo. La schedatura ha seguito le norme dettate in materia dall’ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) e si è avvalsa della scheda PST (Patrimonio Tecnico Scientifico) sviluppata dallo stesso Istituto; è stato utilizzato il software statale  SiGEC (Sistema Informativo Generale del Catalogo), il sistema nazionale per l’acquisizione e la gestione integrata delle conoscenze sul patrimonio culturale italiano di cui l’ICCD è il responsabile istituzionale. Parallelamente è stata condotta la campagna fotografica digitale.

2) Digitalizzazione edizioni bodoniane esposte in vetrina al Museo, epistolario e altri documenti d’archivio.

3) Catalogazione delle edizioni bodoniane possedute dalla Biblioteca Palatina (software Sebina Indice).

4) Riordino dell’Archivio di Giambattista Bodoni e della moglie Margherita Dall’Aglio.

5) Riordino degli Archivi di Piero Trevisani e Raffaello Bertieri.

6) Capillare ricognizione, con pre-schedatura, delle grida bodoniane della Stamperia Reale e dei fogli volanti.

7) Biblioteca Bodoni: portale e biblioteca digitale ad accesso libero (immagini, edizioni, carteggi) , nasce dalla collaborazione tra Biblioteca Palatina, Museo Bodoniano e Università di Salamanca (Spagna). Palatina e Museo collaborano inoltre con il consiglio scientifico della «Biblioteca Bodoni» e mettono a disposizione la documentazione necessaria allo sviluppo del progetto. Presentato a Bologna (Aula magna Biblioteca Universitaria) il 14/11/2013, il portale è attivo all’indirizzo http://bibliotecabodoni.net

Biblioteca moderna: grazie al finanziamento Mibact  2011 (Circ. n° 138, Interventi finanziari per il funzionamento e per le attività delle biblioteche non statali ) nel 2012 si è avviata la catalogazione del Fondo Trevisani, proseguita poi l’anno successivo sempre grazie al medesimo finanziamento (attività da concludere).

In corso di lavorazione

Teca digitale edizioni bodoniane: piattaforma on-line sulla quale verranno raccolte le descrizioni delle edizioni bodoniane, con particolare riferimento a quelle non comprese nello storico repertorio  Compendiosa bibliografia di edizioni bodoniane, a cura di H. C. Brooks (Firenze, 1927). Il lavoro si vuole configurare appunto come aggiornamento e implementazione del “Brooks” da realizzarsi con la collaborazione di biblioteche ed istituzioni italiane e straniere chiamate a contribuire con nuovi dati o a correggere quelli che saranno immessi.

G. B. BODONI

Gli esordi: Piemonte 1740-1757

Bodoni fu tipografo nel senso più ampio del termine, perché stampatore, disegnatore, incisore e fonditore di caratteri con risultati di eccellenza formale sempre esemplari. Nato il 26 febbraio 1740 a Saluzzo (Cuneo) da famiglia di tipografi, compie nella città natale gli studi di “umanità” e nell’officina del padre, Francesco Agostino, le prime esperienze professionali, proseguendo poi  a Torino la sua formazione.

Il periodo romano: 1758-1766

Desideroso di perfezionarsi a Roma, parte da Saluzzo il 15 febbraio 1768. A Roma è impiegato presso la Stamperia della Congregazione di Propaganda Fide, prima come compositore di opere “esotiche” quindi nel delicato compito di riordinare le serie di punzoni per caratteri orientali che Sisto V aveva fatto incidere ai rinomati Garamond e Le Bè. Questo periodo risulta decisivo per l’orientamento di Bodoni quale incisore di caratteri e per il suo interessamento agli alfabeti orientali, lingue delle quali apprende i rudimenti frequentando il Collegio della Sapienza.

Lasciata Roma nel 1766 col proposito di recarsi a Londra, è invece costretto da motivi di salute a trattenersi a Saluzzo.

Parma e la Stamperia Ducale: 1768- 1790

Nel febbraio del 1768 viene chiamato dal Duca Ferdinando di Borbone a Parma, per impiantarvi e dirigervi la governativa Stamperia Reale, di cui resterà alla direzione per il resto della vita. Bodoni cura la costruzione dei torchi e degli altri utensili: in pochi mesi la Stamperia, collocata nel Palazzo della Pilotta, così come gli alloggi privati del tipografo, è pronta per l’avvio ufficiale.
Inizia subito la collaborazione con l’architetto Petitot e l’incisore Benigno Bossi per la stampa di edizioni celebrative dei fasti del Ducato quali l‘Ara Amicitiae in memoria della visita dell’imperatore Giuseppe II e la Descrizione delle feste… per le nozze del Duca Ferdinando con Maria Amalia d’Austria (foto ), il più splendido libro italiano di feste adorno di 70 fra tavole fuori testo, capilettera, testate e finalini; entrambe le opere sono del 1769.

Le pubblicazioni dei primi anni di attività sono realizzate utilizzando caratteri provenienti dalla Francia, ma già a partire dal 1771 Bodoni inizia il disegno e la produzione dei propri caratteri (di questo stesso anno è il primo saggio tipografico, Fregi e Majuscole incise e fuse da Giambattista Bodoni Direttore della Stamperia Reale), coadiuvato dai collaboratori, primo fra tutti il fratello Giuseppe chiamato a Parma per sovrintendere alla fonderia.

Collaborazione estremamente fruttuosa è quella tra Bodoni e l’orientalista Gian Bernardo De Rossi per varie pubblicazioni poliglotte, culminate negli Epithalamia exoticis linguis reddita (foto ) (1775), un grande in-folio encomiastico per le nozze del principe di Piemonte, che esibisce testi in ventisei lingue orientali; si orna di centotrentanove rami allegorici e ornamentali e costituisce uno dei suoi primi campioni di caratteri esotici. La passione per il disegno e l’incisione di caratteri orientali resterà in lui duratura fin oltre il Pater Noster (Oratio Dominica) (foto ) del 1806, stampato in 155 lingue diverse.

Si susseguono numerose edizioni che impongono i torchi parmensi all’attenzione dei letterati, dei bibliofili e dei viaggiatori del Grand Tour che in città fanno sosta per ammirare le pitture del Correggio e per visitare la tipografia bodoniana. Nell’occasione delle visite di sovrani, Bodoni stampa in loro onore omaggi tipografici quali l’Essai de caractère Russes (foto ) del 1782 per lo zarevic Paolo, figlio della Grande Caterina, e Upomnema Parmense in adventu Gustavi III per il re di Svezia (1784). Inoltre fanno la fama di Bodoni in quei primi decenni Gli amori pastorali di Dafni e Cloe di Longo Sofista tradotti da Annibal Caro (1786), l’Aminta del Tasso (1789), diversi classici greci, l’Aristodemo (1786) e i Versi (1787) del Monti, le Poesie campestri del Pindemonte.

Lo studio della forma delle lettere alfabetiche diviene oggetto esclusivo di presentazione nei “manuali”, ossia i campioni di caratteri che Bodoni andava via via allestendo e perfezionando dal 1771. Sono del 1788 il primo Manuale tipografico (foto ) con cento alfabeti tondi latini, cinquanta corsivi e ventotto greci e la Serie di majuscole e caratteri cancellereschi, strepitosa esaltazione, al limite dell’astrazione, dei suoi alfabeti. L’impronta severa, neoclassica delle lettere, connotata dal netto contrasto tra lo spessore delle aste e la sottigliezza dei filetti e delle grazie; la nuda, epigrafica composizione dei frontespizi e delle dediche; l’arioso giusto rapporto tra testo e immagini, fra riga e riga, fra chiari e scuri fanno della pagina bodoniana un prodigio di armonia e leggibilità.

La stamperia privata: gli anni ’90

Nel 1791 Bodoni ottiene dal Duca il permesso di aprire una privata stamperia da cui uscirono in seguito tutti i capolavori della sua produzione, restando la Tipografia Reale impegnata in stampe di minor importanza e di ordinaria necessità governativa. L’officina privata di Bodoni impiegò non più di dodici lavoranti, tra compositori e torcolieri, mentre la Stamperia Reale circa una ventina. Lo stesso anno sposa Margherita Dall’Aglio (foto ), che gli sarà amorevolmente accanto tanto nella vita privata, assistendolo negli innumerevoli problemi di salute, che sul lavoro, aiutandolo con la copiosissima corrispondenza e proseguendo l’attività della tipografia dopo la sua morte.

Il 1791 è particolarmente produttivo: stampa The Castle of Otranto del Walpole, per conto del libraio londinese Edwards, le Odi del Parini e da quest’anno iniziano ad uscire dai torchi della Stamperia Bodoni le splendide edizioni patrocinate da Nicolas de Azara: i sontuosi in-folio di Orazio (Q. Horatii Flacci Opera, 1791) (foto), di Virgilio (P. Virgilii Maronis Opera, 1793) e degli elegiaci latini (Catulli, Tibulli, Propertii Opera, 1794). Il loro sodalizio era iniziato anni prima con la stampa delle Opere di Antonio Raffaello Mengs (1780), cui seguono edizioni di Anacreonte in vari formati (1784-85-91) dedicate proprio al ministro spagnolo.

Le edizioni per il de Azara (E), così come quelle sontuosissime di Tasso (La Gerusalemme Liberata, (1794), Dante (1795), Petrarca (1797), Callimaco (1792), la Britannia di Lord Hampden (1792), il De Imitatione Christi(1793), i Poems di Gray e altre di quegli ultimi anni di Ancien Régime, raggiungono l’assoluta purezza e nudità tipografica, perseguita con l’eliminazione di ogni fregio e figura. L’eliminazione delle incisioni decorative non esclude però la presenza di illustrazioni: ne è un esempio mirabile il volume delle Pitture di Antonio Allegri… nel Monistero di San Paolo (1800), con le magnifiche tavole a sanguigna incise da Francesco Rosaspina, che fecero conoscere per la prima volta il capolavoro del Correggio rimasto nascosto fino ad allora.

Bodoni e il governo francese: 1796-1812

Con l’arrivo dei francesi nel 1796-97 e l’annessione del ducato nel 1802 direttamente alla Francia, a Bodoni non mancarono prestigiose protezioni e commissioni da parte della nuova aristocrazia napoleonica. Furono l’occasione per intraprendere pubblicazioni di grande impegno tipografico come lInno a Cerere di Omero con dedica a Francesco Melzi d’Eril (1805); Il Bardo della Selva Nera del Monti dedicato a Napoleone (1806) e, nello stesso anno, la Descrizione del Foro Bonaparte progettato da Antolini e l’Orazio Dominica (foto ) dedicata al viceré Eugenio Beauharnais; l’Iliade (foto ) greca (1808) in tre volumi amplissimi con dedica a Napoleone, monumento tipografico inarrivabile; il Cimelio tipografico Pittorico offerto agli Augustissimi genitori del Re di Roma (foto ) che riprende i 40 Scherzi poetici pittorici di Giovanni Gherardo de Rossi stampandoli in quaranta differenti caratteri entro uguale spazio, vero tour de force tipografico. A questi insuperati monumenti tipografici si aggiunsero le ultime fatiche, i classici francesi per l’istruzione del figlio del re di Napoli Gioacchino Murat (Fénelon nel 1812, Racine nel 1813, e La Fontaine e Boileau  portati a termine dalla vedova nel 1814).

La morte: 1813

La morte lo colse a Parma il 30 novembre 1813. L’annuncio della sua scomparsa fu dato alla città dal suono della maggiore campana del Duomo, i cui rintocchi funebri erano riservati a principi, alti dignitari e ai personaggi più illustri. Il corpo fu tumulato nella stessa cattedrale dopo le esequie celebrate il 2 dicembre, a cui parteciparono i capi del governo, della municipalità e di tutti i corpi scientifici e letterari.

La vedova portò a termine i suoi progetti, tra i quali la stampa nel 1818 del suo definitivo Manuale Tipografico (foto), in due volumi, con la dedica alla nuova sovrana Maria Luigia. Il Manuale, frutto oltre quarant’anni di lavoro, è composto da 265 pagine di caratteri romani, 125 di maiuscole, 181 di caratteri greci e orientali, 1036 fregi, 31 contorni a pezzi mobili e 20 pagine di segni, numeri ed esempi musicali.

Riconoscimenti

Per sua intercessione  del de Azara Bodoni è nominato nel 1782 Tipografo di camera di Carlo III di Spagna; nel 1793 Carlo IV aggiunge al titolo una pensione annua di seimila reali. Nel 1803 l’Anzianato di Parma gli conferisce la cittadinanza onoraria e viene coniata una medaglia in suo onore. Nel 1806 si aggiudica la medaglia d’oro del primo premio all’Esposizione di Parigi, dove aveva inviato quattordici sue edizioni. Nel 1807 viene esentato dal pagamento delle imposte come “sommo artista”. Nel 1808 riceve una pensione vitalizia da Murat e nel 1810 un’altra da Napoleone “in considerazione dei progressi che egli ha fatto fare all’arte tipografica”. Nel 1812 viene decorato con l’ordine Imperiale della Réunion.

SERVIZI

La Biblioteca

Biblioteca moderna

Area di interesse

La biblioteca moderna del Museo Bodoniano integra il patrimonio della Biblioteca Palatina nel settore specifico della stampa.

Situata nella Sala Studio, attigua alla galleria espositiva, essa contiene volumi sull’arte e sulla storia della tipografia, sulla pubblicità, opere di pregio dell’editoria italiana (l’intera collezione delle edizioni Franco Maria Ricci, raccolte di opere di Hans Mardersteig, Franco Riva e Alberto Tallone), studi di grafica e design editoriale, saggi e monografie su Bodoni, , etc..

Nel 1972 la biblioteca è stata arricchita dal Fondo Trevisani (dono della vedova del Prof. Piero Trevisani, uno dei fondatori del museo), costituito da circa 2.000 volumi e opuscoli riguardanti soprattutto la storia della stampa e della tipografia.

Servizi

Tutti i servizi sotto elencati sono espletati tramite i servizi prestito, distribuzione e la Sala di Consultazione della Biblioteca Palatina, secondo gli orari e le modalità da essa stabiliti.

  • Prestito locale: 2 opere contemporaneamente, per la durata di un mese, eventualmente rinnovabile.
  • Prestito nazionale e internazionale.
  • Riproduzioni, per uso personale, di studio e per scopi editoriali dei soli documenti bibliografici posseduti dalla biblioteca, nel rispetto della normativa vigente sul diritto d’autore.
  • Informazioni bibliografiche e catalografiche.
  • Consultazione delle opere escluse dal prestito.
  • Ricerca delle informazioni sulla rete Internet.

La biblioteca in rete

Dal gennaio 2005 la biblioteca del Museo Bodoniano è entrata a far parte del Sistema Bibliotecario Parmense ed ha ottenuto l’abilitazione in Indice dall’ICCU (Istituto Centrale per il Catalogo Unico). Contemporaneamente è iniziata la schedatura informatica dei volumi, che sono tutti consultabili in rete.

EVENTI E NOVITÀ

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