TIME PAST, PRESENT AND FUTURE è un progetto di committenza di un’opera d’arte contemporanea per il Complesso Monumentale della Pilotta realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (4. Edizione, 2018), programma di promozione dell’arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività contemporanea e Rigenerazione urbana del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.
Un progetto di arte contemporanea che ha come obiettivo di restituire centralità e dinamicità all’istituzione e alla sua presenza nel dispositivo urbano e sociale della città di Parma, generando un processo di dialogo tra il contenitore storico monumentale e le persone che lo vivono quotidianamente, favorendo il coinvolgimento dei cittadini e del pubblico italiano e straniero secondo le missioni di servizio pubblico tipiche di ogni museo partecipativo
L’opera realizzata da Maurizio Nannucci prevede una installazione grafica al neon che corre lungo tutto il perimetro del cortile di San Pietro Martire, creando un collegamento ideale tra la storia, le collezioni del Complesso e il tempo presente; tra l’esterno e l’interno dell’edificio, invitando chi passa a rallentare, a soffermarsi su un’estetica che coniughi immagine e parola, in una espressione poetica concettuale che dall’opera si dissemini fino ad includere l’ambiente e lo spazio circostante.
Il neon, materiale solitamente usato per le insegne, è un elemento tipico della “strada” che informa, orienta e indirizza, attirando l’attenzione dei passanti, e che nella ricerca artistica di Maurizio Nannucci diventa espressione di significati, di contenuti fortemente simbolici, sottolineati dallo studio rigoroso e attento con cui l’artista individua le parole che formano l’opera. Attraverso il mezzo grafico, la comunicazione si condensa in una forma chiara e sintetica, quella della frase scritta, che grazie all’uso del colore si arricchisce di una componente sensoriale in grado di coinvolgere emotivamente ogni tipo di pubblico.
La scelta di Maurizio Nannucci non è casuale, vista la consolidata esperienza nella realizzazione dei suoi progetti. Artista di fama internazionale, è uno dei maestri italiani più originali e innovativi degli ultimi decenni, le cui opere sono esposte nei musei più importanti del mondo.
Si può dire che Nannucci sia diventato negli anni uno specialista nella riattivazione contemporanea degli spazi urbani in tutto il mondo. Alcune delle sue installazioni più recenti, concepite proprio nello spirito di una risemantizzazione di istituti storicamente cruciali, sono state realizzate per le facciate degli Uffizi, dell’Altes Museum di Berlino, del MAXXI di Roma.
A partire dagli anni Sessanta il maestro ha esplorato le complesse relazioni di linguaggio, scrittura, forma e immagine visuale, disegnando espressioni concettuali con un’ampia gamma di mezzi tecnici, tra cui fotografia, installazioni audio e video. Un approccio multidisciplinare che ha messo in rete arte, architettura, parola, poesia le quali, applicate al Complesso, svelerebbero efficacemente corrispondenze tra il presente e il patrimonio storico per far rivivere nella cultura e secondo modalità adeguate di valorizzazione, gli spazi della struttura antica, risvegliati dai linguaggi della contemporaneità.
TIME PAST, PRESENT AND FUTURE è la più grande opera permanente realizzata da Maurizio Nannucci in Italia. La frase è tratta dal primo verso del “Burn Norton” (1935), dal celebre componimento poetico dei “Four Quartets” di Thomas Stearns Eliot.
La scelta del celebre passaggio di Eliot affronta il tema della rigenerazione dei valori del passato attraverso l’azione culturale, scientifica e creativa del presente, riassumendo in chiave letteraria tutta la riflessione sul senso del patrimonio e sugli obiettivi delle politiche pubbliche ad esso destinate, di cui anche il Complesso della Pilotta in qualità di ente statale ha un’ampia responsabilità.
Considerando, poi, che questo testo è stato scritto nel 1935 nel momento in cui si gettavano i presupposti drammatici della guerra che ha portato al danneggiamento del Palazzo e del cortile di San Pietro Martire il testo assume un significato universale, oltre a quello particolare di testimonianza coeva e di risarcimento simbolico dello scempio subito, nonché di memoria e di monito per un uso consapevole del passato.
L’installazione luminosa con i suoi 190 metri di lunghezza e le 55 lettere in neon di vetro di Murano si sviluppa lungo i quattro lati del cortile di San Pietro del Complesso della Pilotta, in posizione rilevata, in uno spazio accessibile a tutti, dando vita a un nuovo ingresso monumentale per l’edificio.
Per le persone che lavorano all’interno o per i passanti, l’installazione luminosa rappresenta un segno che cambia di forma e intensità cromatica durante il giorno e la notte. All’alba e dopo il tramonto la sua presenza diventa più forte: luce e lucentezza evocano alla mente una fonte di orientamento e ispirazione.
I riflessi delle lettere al neon sono morbidi, la luce blu invita a guardare la scritta e a interpretare il significato dell’installazione, considerandola come una sintetica manifestazione concettuale di valore assoluto, in rapporto a un’architettura storica di cui deve soddisfare ogni giorno le promesse e il potenziale.
La scrittura al neon offre un incontro inaspettato e insolito, cioè, con un’opera di cui il significato e il significante devono essere esplorati individualmente da ciascuno.
Dal punto di vista architettonico l’opera, integrata nella struttura storica di Palazzo della Pilotta, si radica nella tradizione quattro-cinquecentesca di iscrivere sulle facciate esterne ed interne dei palazzi nobiliari motti, riferimenti eruditi, citazioni classiche tali da sottolineare il lavoro intellettuale dell’architetto rinascimentale, sottolineando in chiave contemporanea l’identità culturale di questo spazio e il suo valore nel presente. In quanto testo letterario l’opera rimanda, inoltre, alle ricche e prestigiose collezioni della Biblioteca Palatina ospitate al suo interno mentre con la sua forma monumentale suggerisce una sorta di esercizio artistico che crea una ideale continuità con la stamperia del celebre tipografo Giambattista Bodoni (cui Nannucci si è ispirato per la codificazione dei suoi font), situata proprio in Pilotta e trasformata oggi in museo. Infine come opera d’arte l’intervento caratterizza visivamente l’edificio e il suo cortile come istituzione del collezionismo pubblico di impronta nazionale e internazionale.
L’installazione è composta da tubi al neon di colore blu del diametro di 18 mm che consentono la visione dell’opera anche quando non è illuminata, ogni lettera ha un’altezza di 85 cm. L’opera con le sue caratteristiche specifiche è integrata nella struttura dell’architettura storica del Palazzo della Pilotta e può essere illustrata attraverso alcune “parole chiave”:
L’ARTISTA
Maurizio Nannucci ©foto di Annarita Melegari
Maurizio Nannucci è uno dei protagonisti dell’arte italiana degli ultimi decenni.
Dalla metà degli anni Sessanta esplora il rapporto tra arte, linguaggio e immagine, tra luce-colore e spazio, creando inedite proposte concettuali, caratterizzate dall’utilizzo di media diversi: neon, fotografia, video, suono, libri d’artista e multipli. Sono del 1967 le prime opere in neon che apportano al suo lavoro una dimensione più varia di significati e una nuova percezione dello spazio.
Da allora la sua ricerca si è sempre interessata a un dialogo interdisciplinare tra opera, architettura e paesaggio urbano, come dimostrano le numerose collaborazioni con Renzo Piano, Massimiliano Fuksas, Mario Botta, Nicolas Grimshaw, Stephan Braunfels. Nel 2015 il Maxxi, Roma gli dedica una grande antologica, preceduta dalle più recenti mostre personali: Musée d’art moderne et contemporain, Saint-Étienne, Galleria degli Uffizi, Firenze, Palazzo della Triennale, Milano, Altes Museum, Berlino, Mamco, Ginevra e Lenbachhaus, München. Sue installazioni al neon sono presenti in luoghi e istituzioni pubbliche di tutto il mondo: Auditorium Parco della Musica, Roma; Bibliothek des Deutschen Bundestages, Berlino; Kunsthalle, Vienna; Lenbachhaus, München; Fondazione Peggy Guggenheim, Venezia; Museum of Fine Arts, Boston; Maxxi, Roma; Museo Novecento, Firenze. Ha partecipato più volte alle Biennali d’Arte e di Architettura, Venezia; Documenta di Kassel; Biennali di San Paolo, Sydney, Istanbul e Valencia.