1. La nascita dei ducati farnesiani, il consolidamento dello Stato
Alla morte di papa Paolo III il ducato fu riconosciuto a Ottavio, figlio di Pier Luigi e Girolama Orsini. Lo Stato si stabilizzò; Piacenza fu restituita ai Farnese e Parma divenne capitale e residenza di corte. Dal matrimonio con Margherita d’Austria, figlia naturale di Carlo V, nacque nel 1545 Alessandro, che giovanissimo seguì la madre governatrice delle Fiandre, visse alla corte di Madrid e divenne il più grande condottiero del suo tempo. Nel 1565 sposò Maria d’Aviz erede del trono di Portogallo e si trasferì a Parma, dove fu ben poco presente sempre impegnato in imprese militari, come la battaglia di Lepanto del 1571 contro i Turchi e l’assedio di Anversa nel 1585. Alla sua morte, nel 1592, il trentennale governo di Ranuccio I fu caratterizzato dalla riorganizzazione dello Stato, ma venne sopraffatto dai maneggi dei cortigiani. Preda di un carattere collerico, temendo una congiura ai sui danni, nel 1612 condannò a morte i feudatari presunti responsabili, incamerandone i beni. Alla clamorosa esecuzione seguì un periodo di isolamento che cercò di rompere con il matrimonio tra il figlio Odoardo e una figlia di casa Medici, per il quale allestì il Teatro Farnese.
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2. Dallo splendore culturale al declino
Nel 1628 Odoardo Farnese sposò Margherita de’ Medici e, ottenuto il ducato, si trasferì a Piacenza. Nel settore delle arti sia Ranuccio II che il suo successore Francesco furono grandi mecenati, impegnati in una operazione culturale che diede vita alla Reggia di Colorno e, nel Palazzo della Pilotta, alla prima Galleria. Mentre continuavano i conflitti e la situazione economica si faceva disastrosa, il matrimonio di Francesco con la vedova del fratello Odoardo, Dorotea Sofia di Neuburg, venne finalizzato al risparmio, in modo da non dover restituire la dote. Ne nacque Elisabetta che grazie alle nozze con il re di Spagna, Filippo V (1714), determinò le sorti del ducato. Il duca Francesco cercò di trar profitto da questa unione ma il suo peso politico era diventato irrilevante. Ancor prima della sua morte, perciò, fu decretata la fine della dinastia Farnese con il Trattato di Londra del 1718, in cui Austria, Inghilterra, Francia e Olanda stabilirono che, venendo a mancare la linea di successione diretta dei Farnese e dei Medici, al trono di Parma e a quello di Toscana sarebbe dovuto succedere il figlio di Elisabetta.
3. L’avvento dei Borbone
Alla morte di Francesco, nel 1727, il potere passò al fratello Antonio mentre dalla Spagna Elisabetta Farnese reclamava i diritti del figlio, appoggiata dalla nonna, Dorotea Sofia. Nel 1731 Antonio morì senza eredi, Dorotea Sofia tenne il governo del ducato giusto il necessario per passarlo, nel 1732, a Carlo di Borbone, che mise così fine alla dinastia farnesiana.
4. I saloni ottocenteschi
Progettata da Paolo Toschi e Nicolò Bettoli nel 1821, la costruzione dei Saloni comportò un capovolgimento epocale, dacchè le sale destinate alle belle arti presero il posto della biblioteca e viceversa. Se nella Passerella si è potuta apprezzare la serie di ritratti che dal primo duca porta all’ultima esponente della dinastia Farnese, in questo primo scorcio di Salone si trova esposta la ritrattistica del ramo dei Borbone che, inaugurato da Don Filippo, si chiuse con Maria Luigia d’Asburgo. L’immagine del potere illuminato si affidò a ritrattisti di corte aggiornati sulla pittura francese, come Baldrighi e Ferrari, e di caratura europea, come Zoffany e Pécheux. La celebrazione del clima di riforme è incarnata dalla Maria Luigia in veste di Concordia, scolpita da Antonio Canova all’epoca delle nozze con Napoleone.