La pittura veneta 1200-1500

La pittura veneta 1200-15002021-03-12T11:13:29+01:00

La pittura veneta 1200-1500

Un altarolo portatile a fondo oro apre la sezione dedicata ai pittori veneti dal XIII al XVI secolo, tipologia ampiamente diffusa nel Trecento, epoca percorsa da pellegrini che, come testimonia l’opera di Paolo Veneziano, prediligeva un’iconografia riconducibile al tema del viaggio e alla funzione taumaturgica dei santi.

I colori puri e brillanti, stesi con tecnica raffinata, attestano influenze bizantine nell’estetica di questo pittore, considerato a giusto titolo fondatore della scuola lagunare. Il tema del colore rimarrà costante anche nella pittura rinascimentale veneta come si ritrova nelle altre opere esposte e in particolar modo nei dipinti di Cima da Conegliano, artista cui si rivolsero i nobili committenti parmigiani agli inizi del Cinquecento per decorare le loro cappelle votive e arricchire le loro collezioni.

Le due luminose e raffinate pale d’altare furono eseguite verso l’inizio del secolo per la chiesa dell’Annunziata e per il Duomo. I tondi raffiguranti le favole mitologiche di Endimione dormiente e il Giudizio di Mida, forse realizzati per un cassone nuziale o per uno strumento musicale, provengono, invece, dalla collezione Dalla Rosa-Prati, famiglia erede di quel Scipione dalla Rosa, protagonista della vita culturale dell’inizio del Cinquecento e tramite dell’arrivo in città del giovane Correggio.

Dalla collezione Sanvitale, altra famiglia nobile cittadina che nell’Ottocento vendette molte opere della propria raccolta alla Galleria, è la pala con il Cristo morto sorretto da tre angeli, san Domenico e un donatore di Domenico Tintoretto, in cui la schematicità e i caratteri stilistici sono comuni ai pittori veneti del secondo Cinquecento.

Credits fotografici
Giovanni Hänninen

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