La pittura emiliana 1200-1500
Fra i pittori emiliani a cavallo tra il XIII e il XVI secolo, la scuola ferrarese è rappresentata per lo più da dipinti di piccolo formato, destinati alla devozione privata e acquistati nel 1851 dalla famiglia parmigiana Dalla Rosa-Prati, tra cui si annovera la Madonna con Bambino – la cosiddetta “Zingarella” – di Dosso Dossi.
Proviene, invece, dal Duomo di Reggio Emilia il San Michele arcangelo che combatte il demonio, eseguita sempre dal Dossi su committenza di Alfonso I d’Este per celebrare la ripresa della città emiliana a qualche anno dalla conquista di Giulio II. Si tratta di un’opera alquanto complessa che il pittore eseguì insieme al fratello Battista, dove forte è il contrasto fra l’angelo e il demonio in primo piano che si impongono sullo sfondo di un paesaggio quasi fiabesco.
Nel segmento seguente di questa sezione si trova il polittico di san Pietro martire dei modenesi Bartolomeo e Agnolo degli Erri, che rappresentano con libertà narrativa le vicende della vita e dei miracoli del santo, dall’infanzia fino alla morte.
Chiude il bolognese Francesco Francia, autore delle due pale provenienti dalla chiesa di San Giovanni Evangelista, eseguite quasi in punta di pennello e con grande attenzione ai dettagli. Nella Madonna col bambino in trono e Ss. Benedetto, Giustina, Scolastica e Placido, risaltano stupende le notazioni di gioielleria nei vestimenti dei santi, dipinte con effetti di rilievo e un gioco di illusionismi del grande “aurifex” bolognese.
Credits fotografici
Giovanni Hänninen