Il Grand Tour

Il Grand Tour2021-03-12T19:36:42+01:00

Il Grand Tour

Il Grand Tour fu un viaggio di iniziazione culturale che giovani artisti, aristocratici, collezionisti e uomini di Stato del XVIII e del XIX secolo intrapresero in Italia per toccare con mano le sopravvivenze della cultura classica. A documentazione di questa esperienza formativa, diventata presto status symbol, nacquero nel Settecento vere e proprie immagini ricordo riprodotte in serie che prolungassero la dimensione mitica dei luoghi visitati, come nell’opera del tedesco Rosa da Tivoli, nella veduta con rovine di Francesco Maria Costa o in quella – assai simile – del francese Hubert Robert, entrambi inventario di architetture e di sculture, di statue e capitelli che dominano la scena di un paesaggio romano dipinto con tecnica libera e leggeri tocchi di colore.

Durante il suo viaggio in Italia, il pittore olandese Pieter Mulier detto il Tempesta ricevette un’accoglienza particolarmente lusinghiera da parte degli ultimi duchi Farnese, tanto da fermarsi alcuni mesi a Parma. Nella sua coppia di paesaggi di gusto arcadico qui esposta, l’artista imposta le due scene naturali con uno schema a contrasto: da una parte la veduta di un’ampia vallata che si apre sotto un cielo livido di nubi, fra le quinte di un edificio in rovina e di un albero; dall’altra l’interno di un bosco con i pastori e gli animali attorno a una cascata.

Il pittore tedesco Johann Zoffany giunse invece in città nel 1778 per ritrarre la duchessa Maria Amalia. Nominato Accademico d’onore dipinse qui diverse opere per la corte borbonica fra cui La Scartocciata, scena di concerto campestre svoltosi nella villa di campagna dell’architetto Petitot, oppure la tavoletta con l’Autoritratto e sul retro la Madonna col Bambino. In questa insolita scena Zoffany si mostra nel suo studio mentre s’infila un saio da francescano, con sullo sfondo gli strumenti del pittore e un repertorio di oggetti in contrasto fra sacro e profano: un rosario e una coppia di preservativi.

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