I grandi cicli mitologici
Nella seconda parte dei Saloni ottocenteschi un ciclo di dipinti a soggetto storico e mitologico eseguito da Sebastiano Ricci e bottega a cavallo tra XVII e XVIII secolo, dialoga con opera dell’Accademia Parmense di Belle Arti, in particolare con la Morte di Virginia di Gabriel François Doyen, prima acquisizione nel 1759 dopo il trasferimento a Napoli della collezione Farnese. La vicinanza con la sezione dei ritratti è dovuta a motivi iconografici: la rappresentazione del potere in ambito neoclassico, tendendo a divinizzare i sovrani, si ispira agli antichi dei e propone soluzioni simili in una produzione propagandistica fatta di modelli in serie. Basta dare un’occhiata alla tela di Apelle che ritrae Campaspe del Ricci e compararla con l’Autoritratto con moglie del Baldrighi, oppure al Ritratto della famiglia ducale di Parma, per scoprire nella pittura un’attività eroica che assimila le occupazioni dei personaggi della corte a quelle oziose degli dei olimpici. Quanto alla serialità , nel Ratto di Elena la figura femminile sollevata a forza è assai simile alla vicina Morte di Virginia, in una iconografia ispirata al Ratto delle Sabine di Pietro da Cortona dei Musei Capitolini.
Crediti Fotografici
ph. Giovanni Hänninen