I caravaggeschi in Emilia

I caravaggeschi in Emilia2021-03-12T11:53:16+01:00

I caravaggeschi in Emilia

Questo gruppo di tele è opera di pittori che risentono in modi diversi delle novità portate dall’arte di Caravaggio in un momento cruciale per lo sviluppo della pittura in Emilia, quando la maggior parte della produzione si trovò piegata alla propaganda religiosa antiprotestante.

Protagonista del dipinto di Giovanni Lanfranco è Sant’Agata, martire vissuta agli inizi del III secolo, qui rappresentata in carcere mentre le appare San Pietro che con un unguento miracoloso le risana la ferita del martirio. Il racconto pittorico, descritto con un linguaggio narrativo essenziale e toccante, risente del naturalismo dei Carracci esplorato al piano superiore di questa stessa ala, ma che qui si fonde con un’incisiva scelta luministica di derivazione caravaggesca.

Risentono dello stesso linguaggio le cinque tele di Leonello Spada, che frequentò il maestro durante i suoi soggiorni a Malta e Roma, vicinanza che per il carattere tracotante gli valse il soprannome di “scimmia” del Caravaggio. Particolarmente scenografico è l’effetto di controluce generato dal lume di candela nel dipinto con Giuditta che decapita Oloferne di Trophime Bigot, soggetto assai frequente nei seguaci d’oltralpe del pittore lombardo.

Di intensa efficacia narrativa è invece la Susanna e i Vecchioni eseguita dal Guercino nel 1642 per il conte reggiano Paolo Parisetti, famoso collezionista di dipinti del Seicento emiliano. Il soggetto raffigura la scena in cui la casta donna diviene oggetto del desiderio di due vecchi dissoluti che, nascosti nel giardino dove stava facendo il bagno, ordiscono un turpe ricatto pur di possederla.

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