Collezione Farnese
I Farnese furono mecenati e grandi collezionisti e accumularono – fra Cinque e Settecento – un patrimonio tra i più importanti del loro tempo.
Tra Parma e Roma, la loro collezione contava già circa 3000 opere, tra cui dipinti, oggetti d’arte e antichità.
Nelle opere attualmente conservate nella Galleria Nazionale, i ritratti, in particolare quello di Papa Paolo III di Sebastiano del Piombo esposto in questa sezione, costituiscono il segno di una volontà autocelebrativa e insieme il nucleo di partenza della futura collezione.
A Parma, l’interesse dei Farnese si concentrò inizialmente sui dipinti di scuola locale come la Zingarella del Correggio, la Lucrezia del Parmigianino e Parma abbraccia Alessandro Farnese del Bedoli, allargandosi poi alle opere sequestrate ai feudatari locali. Successivamente, anche grazie ai rapporti politici e alleanze matrimoniali, si ampliò fino a comprendere opere da tutta Europa.
A fine del XV secolo, Ranuccio II (qui celebrato da due busti di fattura berniniana) creò la “Ducale Galleria”, trasferendo a Parma gran parte del patrimonio accumulato da Roma e prese così forma il museo farnesiano con la definitiva distinzione fra l’arredo e le opere d’arte delle residenze di corte.
Questa scelta fece del ducato uno dei centri culturali e collezionistici più importanti d’Europa, finchè nel 1731 l’ultimo duca Farnese, Antonio, morì senza eredi. Il suo successore, Carlo di Borbone, rimase a Parma per solo quattro anni e, incoronato Re delle due Sicilie, portò via con sé quasi tutta la collezione a Napoli, svuotando drammaticamente le residenze parmigiane.
Credits fotografici
Giovanni Hänninen