Arte sacra in Emilia 1600-1700
Il suggestivo gruppo di opere a soggetto religioso eseguito tra Sei e Settecento e presente nelle collezioni della Pilotta è stato qui allestito suggerendo l’originaria collocazione al di sopra degli altari delle cappelle laterali delle chiese da cui vennero sottratte dalle spoliazioni napoleoniche. Alcune di esse consentono di ripercorrere il tema della Sacra Conversazione in ambito barocco, già affrontato per la pittura caravaggesca con la Madonna col Bambino in gloria e i santi Francesco e Chiara del Guercino, in cui le figure rimangono in contatto col mondo reale, come nelle opere realizzate dall’artista attorno alla metà del secolo.
Di fine Seicento è il gruppo scultoreo in legno opera di Lorenzo Haili dove le figure della Vergine e dell’Angelo annunciante, modellate con grazia e monumentalità , creano un effetto scenografico di intensa suggestione emotiva. Durante il ducato di Don Filippo di Borbone, stimolati dalla committenza ufficiale, alcuni artisti parmensi fra i quali Peroni e Callani, si dedicarono all’arte sacra, specializzandosi in un linguaggio artistico persuasivo ed edificante di facile lettura, ancora piuttosto baroccheggiante anche se con aggiornamenti ripresi dal classicismo accademico. La Condanna di Santa Lucia dell’abate Peroni, ancora legata allo stile di Correggio e alle eleganti linearità di Parmigianino, mostra un’apertura verso una tradizione figurativa più classicista, pur conservando un certo patetismo devozionale, soprattutto nella figura della santa.
Altro interlocutore privilegiato della committenza religiosa parmense fu Gaetano Callani, che realizzò in brevissimo tempo la Gloria dei Beati Nicola da Longobardi e Gaspare del Bono per i frati Minimi della chiesa di san Francesco di Paola, oggi sconsacrata.
Crediti Fotografici
ph. Giovanni Hänninen