Arte in Lombardia 1400-1500
A cavallo tra il XIV e il XV secolo nel territorio parmense numerose furono le contaminazioni e gli scambi culturali tra la Lombardia e le committenze religiose, come attestano le due lastre in marmo di Carrara attribuite allo scultore Giovanni Antonio Amadeo con scene del Nuovo e del Vecchio Testamento, realizzate per gli altari laterali della chiesa di Santa Maria de Schola Dei, l’attuale Certosa di Parma.
Tipica della scultura lombarda di fine Quattrocento è la straordinaria lavorazione del marmo, scavato, piegato, accartocciato come se si trattasse di cera. Significativi paralleli sia con dipinti che con oreficerie lombarde dell’ultimo decennio del Quattrocento si riscontrano anche nella raffinata anconetta in oro graffito su lastra di vetro con la Madonna che adora il Bambino e i santi Francesco e Chiara.
L’opera fu forse commissionata dai Pallavicino, il cui stemma, sorretto da due angeli, è posto al centro della lunetta. Proviene invece dalla collezione dei Sanvitale il piccolo tondo di Bernardo Butinone raffigurante un santo con un libro: insieme ad altri due, sempre con figure di apostoli, conservati alla Fondazione Longhi a Firenze, facevano probabilmente parte di una predella o di una cornice.
Degli inizi del Cinquecento è infine la pala di Bernardo Zenale e bottega, che, assieme al conterraneo Butinone è uno degli esponenti più significativi della pittura lombarda del primo Rinascimento.