Arte a Parma 1500 – 1600
Come si è potuto in parte vedere negli spazi dedicati a Parma al tempo dei Farnese (Sezione 9) il periodo più felice e innovativo della pittura del primo Cinquecento parmigiano coincise con la presenza di Correggio e Parmigianino, ma si arricchì presto di ulteriori personalità e di nuovi influssi, in particolare fiamminghi, nella temperie globale dell’Impero spagnolo.
Ne emersero, in particolare, Giorgio Gandini del Grano, autore ancora poco noto e dal linguaggio stilistico molto originale, e Girolamo Mazzola, detto il Bedoli, altra delle presenze più influenti e significative. Cugino del Parmigianino, la sua opera è caratterizzata dall’aristocratica preziosità nella resa dei materiali e l’elegante e raffinata gestualità, elemento comune sia ai ritratti che alle grandi pale religiose. Bedoli si serve spesso di significati allusivi, nascosti negli attributi dei personaggi o negli elementi che caratterizzano l’ambientazione della scena, pur mantenendo, soprattutto nella produzione religiosa, una pittura conforme alle direttive controriformistiche del Concilio di Trento.
Un omaggio all’arte di Parmigianino, ma comunque carica di nuovi accenti, si coglie anche nei frammenti di affresco di Jacopo Zanguidi detto il Bertoja provenienti dal Palazzo del Giardino e voluto da Ottavio Farnese. In queste scene mitologiche le figure femminili allungate, che sembrano fluttuare in paesaggi evanescenti, rievocano la stessa atmosfera fiabesca dei poemi pittorici illustrati sulle pareti del palazzo e comunque in parte desunte dal realismo magico della pittura germanica e fiamminga