ORARI
SERVIZI
Sala di lettura “Maria Luigia”
Sala riservata alla consultazione e allo studio dei fondi manoscritti e rari, di opere monografiche e periodiche, opere a stampa di particolare pregio e materiale grafico.
Nell’arco della stessa giornata possono essere soddisfatte fino a un massimo di dieci richieste per ciascun lettore. È possibile tenere in deposito – per un periodo non superiore a 15 giorni – non più di due manoscritti o di due opere rare. Sono fatti salvi casi eccezionali che verranno di volta in volta valutati sempre e comunque compatibilmente con le esigenze di servizio.
E’ prescritto l’uso della matita, è vietato l’uso di penne a sfera, stilografiche, pennarelli ecc
Chiunque arrechi un danno di qualsiasi genere alle opere avute in lettura o non maneggi con la dovuta cautela, seguendo le indicazioni degli assistenti di sala, i volumi affidatigli, può essere escluso dall’accesso alla Biblioteca.
Nella sala attigua, oltre a vari cataloghi, sono a disposizione dell’utenza, direttamente oppure con la mediazione del bibliotecario diverse risorse informative, locali e remote, on-line e su cd-rom, alcune opere di consultazione, quali enciclopedie e dizionari linguistici, strumenti bibliografici e biografici italiani e stranieri ordinati secondo il sistema di classificazione decimale Dewey.
Il personale della sala fornisce informazioni sull’apparato bibliografico disponibile, sull’uso dei cataloghi, indirizza ed assiste gli utenti nelle procedure di ricerca.
Prestito locale e provinciale
Possono fruire di tale servizio tutti coloro che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età e siano residenti o domiciliati in Parma e provincia e, sotto certe condizioni, anche i cittadini di altre regioni, di paesi comunitari ed extracomunitari (cfr. Regolamento link alla sezione Regolamento). Il prestito ha la durata massima di 30 giorni e un documento già in prestito può essere prenotato da un altro utente. In assenza di prenotazioni, il prestito può essere prolungato per altri 30 giorni. Si può prendere in prestito un massimo di 3 libri.
Sono esclusi dal prestito:
- le pubblicazioni anteriori al 1950;
- i volumi gravemente danneggiati, scompleti o in cattive condizioni di rilegatura (volumi in precario stato di conservazione;
- le opere collocate in sala di consultazione;
- i volumi d’arte con tavole fuori testo o se prevalenti rispetto al testo;
- i volumi di storia locale e di bibliografia locale;
- i periodici, i giornali, gli atti ufficiali, le miscellanee legate in volume, le tesi di dottorato, il materiale trattato per gruppi;
- i volumi con segnatura Dir., Bibl., Bibl. Stampe, Bibl. Ebr., Bibl. Tecn., Biblioteca teatrale Ferrarini;
- le pubblicazioni con particolari caratteristiche storico-editoriali;
- microfilms e microfiches.
Il servizio di prestito e restituzione è attivo dal lunedì a giovedì dalle ore 9.00 alle 17.00; il venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00.
È preferibile la prenotazione del materiale e la scelta del giorno di ritiro, almeno 24 ore prima.
Inserisci una prenotazione accedendo al tuo spazio personale del Sistema Bibliotecario Parmense oppure inviando una email all’indirizzo: b-pala@cultura.gov.it
Prestito provinciale
La Biblioteca Palatina aderisce al Prestito interbibliotecario provinciale organizzato dalla Provincia di Parma che riguarda esclusivamente i materiali posseduti e richiesti presso le biblioteche elencate a questo link: https://biblioteche.parma.it/SebinaOpac/article/le-biblioteche/biblioteche
Prestito interbibliotecario e fornitura dei documenti
La Biblioteca fornisce un servizio di prestito interbibliotecario nazionale e internazionale e di document delivery nel rispetto della normativa sul diritto d’autore e sul copyright. I servizi sono a pagamento. Il costo per l’utente locale varia secondo le condizioni poste dalla biblioteca alla quale vengono richiesti i volumi o le copie. I tempi e i modi di fruizione delle opere fornite sono stabiliti dalla biblioteca prestante. Il prestito ha una durata di 30 giorni, escluso il tempo necessario alla spedizione dei documenti e salvo diversa indicazione della biblioteca prestante, alla quale devono essere inoltrate eventuali richieste di proroga.
Spese document delivery
Le scansioni vengono inviate via e-mail a pagamento effettuato.
Scansioni
- Scansioni tramite planetario
Materiale antico € 0,30
Materiale moderno* € 0,30 - Scansioni con fotocopiatrice
Materiale moderno € 0,15
* SOLO nel caso in cui le dimensioni e il peso non siano adattabili alla fotocopiatrice
Le richieste di prestito interbibliotecario e di document delivery avvengono con le seguenti modalità:
- tramite sistema ILL SBN per gli Istituti abilitati.
- Le biblioteche e gli istituti culturali non aderenti a tale sistema e gli utenti privati, possono inoltrare le richieste a: b-pala.prestito@cultura.gov.it
- o telefonare: 0521 220445
DONI
La Biblioteca Palatina accoglie le pubblicazioni donate da editori e autori; ma si riserva, di valutarne la coerenza con il proprio patrimonio e i compiti istituzionali. Non si assicura, pertanto, che tutti i volumi spediti siano presi in carico, catalogati e messi a disposizione dell’utenza.
DEPOSITO LEGALE
(L. 106/2004 e regolamento attuativo DPR 252/2006)
La legge sul deposito legale prevede la creazione di due archivi della produzione editoriale italiana, uno nazionale, in cui convergono due copie di ogni documento di interesse culturale pubblicato in Italia (fisicamente collocato presso le Biblioteche nazionali centrali di Roma e Firenze) e uno regionale, in cui convergono due copie di ogni documento di interesse culturale pubblicato nella regione.
Gli editori, a cui la normativa impone l’onere del deposito legale, dovranno quindi inviare quattro copie di ogni loro pubblicazione:
- 1 copia alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (via Tripoli, 36 – 50122 Firenze);
- 1 copia alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (Ufficio Deposito Legale della Biblioteca – Viale Castro Pretorio, 105 – 00185 Roma);
- 2 copie all’archivio regionale della regione competente;
Per gli editori della provincia di Parma si ricorda che le due copie previste dalla nuova normativa per l’Archivio della produzione editoriale regionale, vanno inviate, rispettivamente una alla Biblioteca Palatina di Parma (Strada alla Pilotta, 3 – I-43100 Parma) in quanto istituto depositario per la provincia di Parma, e una alla Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna (Piazza Galvani, 1 – 40124 Bologna).
Documenti soggetti al deposito legale (vedi art.1 – L.106/2004): documenti o prodotti editoriali di interesse culturale destinati all’uso pubblico, offerti in vendita o comunque distribuiti, contenuti su qualsiasi supporto analogico o digitale.
Documenti non soggetti al deposito legale (vedi art. 8 – DPR 252/2006): estratti, bozze di stampa, registri e modulistica, mappe catastali, materiale di ordinaria e minuta pubblicità per il commercio, ristampe inalterate, documenti ad uso interno o privato.
Soggetti obbligati (vedi art. 3 – L.106/2004): l’editore o comunque il responsabile della pubblicazione sia persona fisica che giuridica; il tipografo, ove manchi l’editore.
Esonero parziale (vedi art.9 – DPR 252/2006): Se le opere soggette alla legge hanno una tiratura sino a 200 esemplari o un valore non inferiore a Euro 15.000,00 per ciascuna copia, fatta esclusione per la musica a stampa, l’editore, o comunque il responsabile della pubblicazione, è tenuto a consegnare una sola copia per l’archivio della produzione editoriale regionale.
Se le opere hanno invece una tiratura sino ai 500 esemplari e un valore per ciascuna copia non inferiore a Euro10.000,00, l’editore può presentare domanda di esonero parziale al Ministero della Cultura o alla regione competente.
Breve guida all’invio di documenti alla Biblioteca Palatina di Parma
I documenti vanno consegnati alla Biblioteca direttamente o inviati con ogni altro mezzo entro 60 gg. dalla loro pubblicazione (vedi art. 7 – DPR 252/2006). Per i periodici e i manifesti l’invio può essere cumulativo, previo accordo con la responsabile dell’Ufficio (viviana.palazzo@cultura.gov.it)
Su ogni documento inviato va apposta la scritta: “esemplare fuori commercio per il deposito legale agli effetti della legge 15 aprile 2004, n. 106” (vedi art. 10 – DPR 252/2006).
- I documenti vanno racchiusi in plichi che devono recare all’esterno la dicitura: “esemplari fuori commercio per il deposito legale agli effetti della legge 15 aprile 2004, n.106” e il nome o la ragione sociale del soggetto obbligato al deposito e il suo domicilio o sede legale (vedi art. 10 – DPR 252/2006).
- All’interno di ogni plico deve essere inserito l’elenco del materiale inviato (vedi modulistica).
- La Biblioteca, dopo aver accertato il contenuto del plico, se non ha riscontrato irregolarità, restituisce, opportunamente vidimata, una delle copie dell’elenco inviato. Tale copia costituisce ricevuta e dovrà essere conservata dal soggetto interessato.
Per ulteriori chiarimenti e informazioni rivolgersi alla dott.ssa Viviana Palazzo all’indirizzo viviana.palazzo@cultura.gov.it.
In corso di aggiornamento
Le informazioni bibliografiche possono essere richieste:
a) in sede, al bibliotecario presente in sala di consultazione
b) a mezzo e-mail al seguente indirizzo: b-pala.prestito@cultura.gov.it
Cataloghi della Biblioteca Palatina:
Miscellanee Giornali Parmensi
(331 testate quasi tutte risalenti ad un arco temporale compreso tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del secolo scorso e documenta un periodo che vide la città di Parma al centro di fermenti sociali e laboratorio di idee, dalla nascita delle prime Camere del lavoro e delle leghe sindacali agli scioperi agrari del 1908)
Collezione Judaica
(81 incunaboli ebraici e 103 cinquecentine ebraiche stampate in Italia)
Catalogo Alvisi
(copre gli anni che vanno dal 1762 al 1929 circa)
Catalogo Zorzanello
(descrive gli incunaboli della Biblioteca Palatina)
Per un’adeguata informazione bibliografica può essere utile anche un’accurata ricerca on-line:
Sistema bibliotecario parmense
Opac SBN
(catalogo del servizio bibliotecario nazionale)
EmiLib, Emilia Digital Library
(biblioteca digitale di Bologna, Ferrara, Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna)
WorldCat
(catalogo bibliografico che registra le collezioni di quasi 20.000 biblioteche di oltre 123 Paesi)
ACNP
(catalogo italiano dei periodici)
Biblioteca Digitale Italiana Internet culturale
(cataloghi e collezioni digitali delle biblioteche italiane)
Edit 16
(censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI sec.)
Imago
(catalogo di opere grafiche e cartografiche)
Manus
(database che comprende la descrizione e le immagini digitalizzate dei manoscritti conservati nelle biblioteche italiane pubbliche, ecclesiastiche e private)
Regolamento interno ai sensi dell’art. 26 D.P.R 417/95 (Regolamento recante norme per le biblioteche pubbliche statali)
ART.1 Funzioni
1.1 La Biblioteca Palatina di Parma, dipendente dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – assegnata dal DM 9 aprile 2016 al Complesso monumentale della Pilotta, è una biblioteca pubblica statale. Conserva importanti fondi antichi manoscritti e a stampa ed ha prevalentemente indirizzo storico umanistico.
Essa raccoglie e conserva la produzione editoriale italiana nazionale e locale – questa attraverso il deposito obbligatorio degli stampati (Legge 15 aprile 2004, n. 106 Regolamento recante norma in materia di deposito legale dei documenti di interesse culturale destinati all’uso pubblico. Emanato con D.P.R. n. 252 del 3 maggio 2006) – ed acquisisce le pubblicazioni che documentano gli sviluppi della cultura straniera, tenendo conto della specificità delle proprie raccolte e delle esigenze dell’utenza.
1.2 La biblioteca è destinata a quanti svolgono attività di studio e di ricerca.
1.3 In relazione alla sua storia e alle raccolte possedute, svolge i seguenti compiti:
- conserva, tutela, valorizza e promuove le proprie raccolte manoscritte e a stampa, bibliografiche, documentarie, iconografiche;
- documenta il posseduto attraverso cataloghi cartacei e informatizzati;
- promuove la circolazione dell’informazione e dei documenti a livello locale, nazionale e internazionale attraverso le sue strutture e i suoi uffici;
- promuove la lettura e la conoscenza delle sue raccolte attraverso tutte le possibili forme di attività didattica ed editoriale, attraverso mostre, incontri di studio e conferenze;
- partecipa alla gestione del Polo bibliotecario parmense, coordinando anche l’attività delle biblioteche del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e degli Istituti Culturali.
ART.2 Calendario e orari
2.1 La Biblioteca è aperta tutti i giorni escluse le domeniche, le festività infrasettimanali e quelle del santo patrono locale (13 gennaio).
2.2 La Biblioteca effettua il seguente orario d’apertura:
Lunedì – Giovedì : 8.10 – 19.10
Venerdì – Sabato : 8.10 – 13.40
Orario estivo dal 1° Luglio al 15 Agosto :
Lunedì, Mercoledì, Venerdì e Sabato : 8.10 – 13.40
Martedì e Giovedì : 8.10 – 19.10
2.3 Dal 16 al 31 Agosto la Biblioteca resta chiusa per le annuali operazioni di revisione del patrimonio ai sensi dell’art. 28 del D.P.R 417/95. In tale periodo sono aperti i servizi di informazione e prestito, ogni giorno, dalle ore 11.00 alle ore 12.30.
2.4 Per lavori di manutenzione e per altri motivi straordinari possono essere disposte chiusure parziali, che sono comunicate sul sito istituzionale del Complesso monumentale della Pilotta.
ART.3 Condizioni d’amminssione e comportamento
3.1 In considerazione delle caratteristiche del patrimonio della Biblioteca sono ammessi coloro che hanno compiuto il sedicesimo anno d’età.
3.2 Per accedere alla Biblioteca l’utente, munito di un documento d’identità, deve
adempiere alle procedure di registrazione all’ingresso e depositare negli appositi armadietti borse, cartelle ed altri oggetti.
L’utente, al termine dell’attività di studio in Biblioteca, deve effettuare la registrazione d’uscita.
3.3 L’impiegato in servizio all’ingresso è autorizzato ad effettuare controlli sul materiale
librario in possesso del lettore, sia all’entrata che all’uscita, ma non è responsabile del contenuto delle borse depositate.
3.4 E’ a tutti rigorosamente vietato:
a) danneggiare, in qualsiasi modo, il patrimonio dell’istituto;
b) fare segni o scrivere anche a matita sui libri e sui documenti della biblioteca;
c) rimuovere le schede dagli schedari, manometterle e scrivere sulle stesse;
d) disturbare, in qualsiasi modo, l’attività di studio e di lavoro;
e) fumare in qualsiasi ambiente della biblioteca;
f) tenere bottiglie e prodotti commestibili sui tavoli;
g) utilizzare il cellulare in qualsiasi ambiente della biblioteca;
h) accedere ai locali dei magazzini e degli uffici destinati al personale.
ART.4 Sale di studio
Gli utenti hanno a disposizione due sale di studio: il Salone Maria Luigia e la Sala di Consultazione.
4.1 Nel Salone Maria Luigia è possibile consultare le edizioni a stampa della Biblioteca Palatina antiche pubblicate dopo il 1601, tutte le pubblicazioni moderne, i giornali e le riviste.
I volumi richiesti sono consegnati al lettore dal personale della biblioteca.
L’utente può accedere al Salone Maria Luigia anche per attività di studio con libri personali.
4.2 La Sala di Consultazione conserva, a scaffale aperto, le opere a carattere generale, i
repertori, le enciclopedie e gli strumenti di ricerca.
Parte della Sala è riservata alla consultazione di manoscritti, carteggi, incunaboli, cinquecentine, disegni, e incisioni.
Sono ammessi coloro che hanno compiuto il diciottesimo anno d’età.
Gli utenti che accedono alla Sala di Consultazione devono ripetere le procedure di accesso.
ART.5 Richiesta di documenti in lettura
5.1 Materiale moderno a stampa (secc. XVII-XXI).
5.1.1 Il materiale documentario è richiesto presentando l’apposito modulo (mod. 17), debitamente compilato, al personale in servizio distribuzione.
L’utente può richiedere fino ad un massimo di 15 volumi al giorno di cui non più di 3 volumi contemporaneamente.
Nel caso le richieste comportino la movimentazione di un numero maggiore di volumi è obbligatoria la prenotazione da effettuarsi almeno una settimana prima.
L’addetto al servizio di distribuzione consegnerà le opere richieste al lettore che da tale momento fino alla riconsegna al personale della Biblioteca, ne risulta responsabile.
5.1.2 Prima di uscire dall’istituto, l’utente deve riconsegnare tutti i documenti ricevuti in lettura.
5.1.3 E’ possibile lasciare in deposito al bancone della distribuzione non più di 5 volumi per un periodo massimo di 15 giorni.
5.2 Materiale manoscritto, opere rare e di pregio
5.2.1 Le richieste per la consultazione dei manoscritti, degli incunaboli, delle cinquecentine e comunque delle opere a stampa rare e di pregio, dei disegni e delle incisioni devono essere presentate all’assistente della Sala di Consultazione.
5.2.2 Nell’arco della giornata possono essere richieste fino ad un massimo di dieci unità che l’assistente consegnerà all’utente una alla volta. Per particolari esigenze di studio il lettore può inoltrare specifica richiesta alla Direzione della Biblioteca. Nel caso l’utente abbia bisogno di un numero maggiore di volumi è richiesta la prenotazione del materiale da far pervenire almeno una settimana prima della data prevista per lo studio, all’indirizzo b-pala@cultura.gov.it
5.2.3 Le opera ricevute in consultazione devono essere riconsegnate all’assistente venti minuti prima dell’orario di chiusura della Biblioteca.
5.2.4 E’ possibile tenere in deposito non più di due manoscritti o di due opere rare.
5.2.5 Il personale ricollocherà i pezzi in disparte il primo e il quindicesimo giorno del mese.
5.2.6 La Biblioteca si riserva di non concedere in consultazione i volumi in precario stato di consultazione.
5.2.7 Al fine di tutelare il materiale documentario, qualora sia posseduta una riproduzione su qualsiasi supporto, dell’opera richiesta, questa verrà data in lettura in sostituzione dell’originale. Per motivate esigenze di studio, il lettore può inoltrare specifiche richieste alla Direzione della Biblioteca.
5.2.8 Sono a disposizione degli utenti:
– lente di ingrandimento;
– lampada di Wood;
– lettore di filigrane;
– microlettore per microfilm e microfiche
ART.6 Ufficio relazioni con il pubblico
È stato istituito l’U.R.P (Ufficio Relazioni con il Pubblico) le cui funzioni sono elencate nell’art. 12 del D.Lgs 3 febbraio 1993 n. 29. L’Ufficio è aperto negli stessi orari di apertura al pubblico dell’Istituto.
ART.7 Informazioni
La Biblioteca offre un servizio di informazioni bibliografiche e catalografiche che possono essere richieste verbalmente presso la Sala di Consultazione o per lettera all’indirizzo di posta elettronica: b-pala.prestito@cultura.gov.it.
Le informazioni orali e scritte riguardano l’identificazione di documenti, il controllo di dati bibliografici, le indicazioni su fonti e strumenti bibliografici.
ART.8 Riproduzioni
I documenti posseduti dalla Biblioteca possono essere riprodotti per motivi di studio o a scopo editoriale.
8.1 Riproduzioni a scopo editoriale
Le opere della Biblioteca possono essere riprodotte a scopo editoriale e sono soggette ad eventuale pagamento dei diritti di riproduzione.
Tali riproduzioni devono essere autorizzate dalla Direzione del Complesso monumentale della Pilotta.
8.2 Riproduzioni a scopo di studio
8.2.1 Nel rispetto della normativa vigente (art. 108 del DLgs 42/2004 così come modificato dall’art. 1, comma 171 della L 124/2017) la riproduzione per uso personale di studio, ricerca e comunque per le attività svolte senza fini di lucro delle opere possedute dalla Biblioteca è libera.
La libera riproduzione, con mezzi propri, si attua esclusivamente nel rispetto della normativa vigente sul diritto d’autore (Legge 22 aprile 1941, n. 633 e successive modificazioni) e con modalità che non comportino alcun contatto fisico con il bene, né l’esposizione dello stesso a sorgenti luminose, né, all’interno degli istituti della cultura, l’uso di stativi o treppiedi.
È altresì libera la divulgazione con qualsiasi mezzo delle immagini di beni culturali, legittimamente acquisite, in modo da non poter essere ulteriormente riprodotte a scopo di lucro.
8.2.2 E’ permessa la riproduzione in fotocopia delle pubblicazioni con data di stampa posteriore al 1900.
8.2.3 E’ in funzione anche un servizio a pagamento di riproduzione tramite scanner planetario effettuato dal personale interno.
ART.9 Prestito
Il servizio di prestito è articolato in prestito diretto e prestito interbibliotecario.
9.1 Possono fruire del prestito diretto i cittadini italiani che risiedono nella regione Emilia-Romagna e che abbiano compiuto il diciottesimo anno d’età.
Per periodi limitati di tempo possono essere ammessi al servizio di prestito , pur non essendo residenti nella regione per periodi limitati di tempo:
a) i cittadini italiani, dello Stato della Città del Vaticano e della Repubblica di San Marino, nonché i cittadini dei Paesi aderenti alla Comunità europea in grado di documentare le proprie necessità di studio o di ricerca e il proprio domicilio, anche se temporaneo;
b) i cittadini dei Paesi extracomunitari, che, oltre alle documentazioni di cui al punto a), siano in possesso della certificazione attestante il periodo di soggiorno e della presentazione di un’autorità diplomatica o di una istituzione culturale
9.2 Per iscriversi al prestito è necessario presentare un documento d’identità. Ogni cambio di residenza o di domicilio deve essere immediatamente comunicato all’Ufficio prestito.
9.3 Gli utenti iscritti al prestito presso le biblioteche aderenti al Polo Bibliotecario Parmense hanno diritto al servizio di prestito della Biblioteca Palatina previa attivazione dell’associazione al servizio.
9.4 Possono essere concesse in prestito le opere italiane e straniere con data di pubblicazione posteriore al 1949 purché non considerate rare o preziose.
9.5 Sono esclusi dal prestito:
– i volumi gravemente danneggiati, scompleti e in cattive condizioni di rilegatura;
– le opere collocate in Sala di Consultazione;
– i volumi d’arte con tavole fuori testo o se prevalenti rispetto al testo;
– i volumi di storia locale e di bibliografia locale;
– i periodici, i giornali, gli atti ufficiali, le miscellanee legate in volume, le tesi di dottorato, il materiale trattato per gruppi;
– i volumi con segnatura Dir; Bibl.; Bibl. Ebr.; Bibl. Tecn.; Preg. Mod.
– i microfilm e le microfiche.
9.6 Possono essere prese in prestito 3 opere per un massimo di 4 volumi. La durata massima del prestito è di 30 giorni. E’ severamente vietato agli utenti prestare ad altri i documenti ricevuti dalla Biblioteca.
9.7 L’utente che non restituisce il volume avuto in prestito entro la scadenza è sospeso dal servizio per un periodo di durata pari al periodo di ritardo nella restituzione
9.8 L’utente che restituisce il volume danneggiato o lo smarrisce è tenuto al suo reintegro in edizione identica a quella danneggiata o smarrita o al versamento di una somma non inferiore al doppio del valore commerciale del volume.
9.9 L’utente che non restituisce il volume o non le reintegra, ove non esistano motivi ostativi indipendenti dalla volontà personale, è escluso dalla frequenza della Biblioteca, è segnalato al MiBACT per l’esclusione dalle biblioteche pubbliche statali, a norma dell’art. 41 del D.P.R. 41/95, ed è denunciato all’autorità giudiziaria.
9.10 Il servizio di prestito interbibliotecario nazionale e internazionale è gestito dal personale della Biblioteca. La richiesta deve pervenire all’indirizzo: b-pala.prestito@cultura.gov.it
Per il prestito interbibliotecario in uscita dalla Biblioteca Palatina si applicano le stesse regole del prestito diretto, fatte salve lo opere con collocazione Preg. Mod., le opere pubblicate dal 1900 al 1949, i volumi d’arte che saranno concessi in prestito all’Istituzione richiedente a condizione che siano letti in sede.
Il presente regolamento stabilisce ai sensi dell’art. 26 D.P.R. 417/95 il calendario e l’orario di apertura i servizi al pubblico e le disposizioni di carattere generale volte ad assicurare il corretto funzionamento della Biblioteca Palatina.
Per tutto quanto non previsto dal presente regolamento interno si rimanda al Regolamento recante norma sulle biblioteche pubbliche statali (D.P.R. 417/95) e alle norme di legge e di regolamento per l’Amministrazione del Patrimonio e la Contabilità generale dello Stato.
È fatto obbligo a chiunque di osservarlo e farlo osservare.
Parma, 31 gennaio 2018

Affitto spazi
Il Complesso Monumentale della Pilotta mette a disposizione i propri spazi per iniziative e progetti pubblico-privato al fine di promuovere il proprio patrimonio culturale concedendo l’utilizzo temporaneo degli stessi per le iniziative più svariate garantendo sempre il rispetto della sicurezza del bene e la sua finalità culturale.
Collocato in posizione strategica nel pieno centro della città è reso particolarmente fruibile grazie ad un parcheggio comunale nell’area sottostante.
Gli spazi che possono essere concessi sono il Teatro Farnese, il Salone Maria Luigia della Galleria Nazionale, il Salone Maria Luigia della Biblioteca Palatina, la Sala Dante, le sale e l’annesso auditorium dei Voltoni del Guazzatoio, lo scalone monumentale, oltre agli spazi all’aperto quali il Cortile della Pillotta, il Cortile del Guazzatoio e il Cortile della Cavallerizza.
In occasione delle diverse iniziative potrà essere organizzato un percorso di visita esclusivo -anche oltre l’orario di apertura ordinario- all’interno del Complesso per consentire la promozione dell’inestimabile patrimonio culturale conservato al suo interno.
STORIA
Il Settecento. Paolo Maria Paciaudi e la fondazione della Biblioteca
Paolo Maria Paciaudi era giunto a Parma nel 1762, dopo avere a lungo viaggiato in Francia, incontrato politici, cortigiani e intellettuali, visitato biblioteche e osservato i loro ordinamenti; fallito l’acquisto di raccolte già costituite, quella del cardinale Domenico Passionei a Roma e quella meno ricca della famiglia Pertusati di Milano, si procurava migliaia di libri, avvalendosi di cataloghi editoriali e antiquari e delle sue erudite conoscenze bibliografiche, favorito negli scambi di notizie da rapporti di amicizia con più di mille corrispondenti in ogni parte di Italia e d’Europa.
Ordinava la serie dei libri pervenuti per materia dividendoli in sei classi principali: “Teologia, Nomologia, Filosofia, Istoria, Filogia e Arti liberali e meccaniche”, e sistemandoli sulle lignee scaffalature neoclassiche progettate dall’architetto francese E. A. Petitot, all’interno del Palazzo della Pilotta, in quel lungo corridoio, oggi denominato appunto “Galleria Petitot”. Redigeva il Catalogo del posseduto – introducendo per primo in Italia una grossa novità per il suo tempo – non più su registro rilegato in volume, ma su schede mobili che riportavano oltre ad autore, titolo e note tipografiche, anche note bibliografiche speciali sull’autore stesso, sul valore del contenuto, dell’edizione; aggiungeva inoltre l’indicazione della collocazione fisica del volume e della posizione logica all’interno dello scibile.
Riservava una cura particolare ai manoscritti, per i quali stendeva dotte prefazioni, spesso unite ai codici nella rilegature, così come nelle edizioni più pregevoli a stampa, che con spiccato gusto bibliofilo esigeva sontuose, con ricca decorazione dorata su pellami raffinati, e con il super libros “Bibliotheca Regia Parmensis” soprastante ai tre gigli borbonici. Per le necessità di legatoria della Biblioteca e della stamperia condotta dall’amico Giambattista Bodoni, aveva fatto venire a Parma il francese Louis Antoine Laferté, maestro legatore di corte, esecutore raffinato, oltre che produttore di carte silografiche e marmorizzate.
La Biblioteca parmense, che gode del diritto di stampa dal 1768, veniva inaugurata ufficialmente nel maggio del 1769 alla presenza di Giuseppe II, imperatore d’Austria, cognato di don Ferdinando di Borbone, succeduto nel ducato nel 1765 al padre Filippo. La caduta del Du Tillot nel 1771 coinvolgeva anche il Paciaudi che, nel 1774 divenutogli l’ambiente di corte fortemente ostile, chiedeva la giubilazione dal suo incarico. Lo sostituiva il benedettino padre Andrea Mazza, ma solo per pochi anni, poiché il duca nel 1778 richiamava il Paciaudi reintegrandolo nel suo antico ufficio, fino alla morte avvenuta nel 1785. Gli succedeva a dirigere la Parmense Ireneo Affò; sotto la sua direzione la biblioteca, per la quale già nel 1784 Paciaudi richiedeva nuovi spazi, nel 1791 si ampliò nella Galleria dell’Incoronata, comunicante con la Petitot e allestita dal Drugman con arredi più severi.
Morto l’Affò nel 1797, lo sostituì Matteo Luigi Canonici, ex gesuita, che, più preoccupato della sua raccolta di manoscritti e di rarità che della Biblioteca, la reggeva fino al 1805 senza lasciare traccia significativa del suo operato.
L’Ottocento. Angelo Pezzana e lo sviluppo
Nel gennaio 1804 per volontà dell’Amministratore francese dei Ducati, Moreau de Saint-Méry, veniva assunto in biblioteca come segretario Angelo Pezzana, che, divenutone direttore, la reggerà fino al 1862: un lungo periodo in cui le sorti della biblioteca vanno di pari passo con le vicende politiche della città di Parma che dal dominio francese passa nel 1818 sotto la ducea di Maria Luigia d’Asburgo, una sovrana liberale che ebbe a cuore questo luogo di cultura, favorendo l’accrescersi del suo patrimonio e l’ampliarsi delle sue sale, nonché il loro abbellimento.
Dal primo gennaio 1818 divenuta la Biblioteca “Ducale”, ovvero tornata ad essere mantenuta con i fondi del Tesoro ducale, Pezzana non solo riuscì ad acquistare al minuto per l’ordinario incremento e aggiornamento le migliori opere antiche e moderne che le mancavano, ma riuscì ad assicurarle importanti fondi manoscritti e a stampa: la Libreria dell’orientalista Giovanni Bernardo De Rossi, i manoscritti Albergati-Capacelli, le Carte Casapini, le Raccolte di disegni e incisioni di Massimiliano Ortalli e di Raffaele Balestra, le biblioteche di Bartolomeo Gamba, di Michele Colombo e di Giovanni Bonaventura Porta, il materiale tipografico-fusorio di Bodoni, la Raccolta ebraica Stern-Bisliches.
Divideva i libri in cinque grandi classi: Teologia, Giurisprudenza, Scienze e arti, Belle-Lettere, Istoria; continuò il “Catalogo volante” del Paciaudi fino agli anni Quaranta, mettendo mano anche ad un Catalogo alfabetico stabile, ovvero a volumi, e provvedendo a compilare un Catalogo per materie.
Per riporre onorevolmente la Libreria De Rossi, ottenne di poter allestire con scaffalature e decori consoni un locale realizzato nel 1820, e di poter costruire tra il 1830 e il 1834 un ampio e luminoso ambiente, oggi adibito alla lettura, il “Salone Maria Luigia”, capace di contenere circa 26.000 volumi; così come nell’ambito della politica della Sovrana favorevole anche alle arti figurative si trovano le motivazioni degli affreschi di soggetto dantesco realizzati da Francesco Scaramuzza tra il 1841 e il 1857 nella “Sala del Bibliotecario”, l’attuale “Sala Dante”.
Succedeva a Pezzana Federico Odorici, che dal 1862 al 1876 operò sotto il nuovo regime unitario, preoccupandosi di far fronte alle continue richieste governative di informazioni soprattutto sulla consistenza patrimoniale della Biblioteca, declassata da “Nazionale”, seppure di un piccolo Stato, a istituto bibliografico periferico. Sotto la sua direzione nel 1865 venne acquisito il Fondo Palatino, la biblioteca privata dei duchi Borbone-Parma, una ricca raccolta di preziosi manoscritti e rari volumi a stampa. All’Odorici si deve la prima redazione di una storia della Biblioteca e il riordino del Fondo manoscritto parmense con la redazione, realizzata insieme al suo stretto collaboratore Luigi Barbieri, del relativo Catalogo.
Pietro Perrea, redattore del Catalogo dei manoscritti ebraici posseduti dalla Biblioteca, oltre ai derossiani, la diresse dal 1876 al 1888, lasciandole un copioso fondo di manoscritti e libri a stampa.
Con Luigi Rossi (1888- 1893) veniva trasferito nel 1889 il materiale bibliografico manoscritto e a stampa a carattere musicale nella appena istituita Sezione musicale della Biblioteca.
Il Novecento. Il bombardamento e la ricostruzione
Edoardo Alvisi traghettava nel nuovo secolo la Biblioteca dirigendola fino alla prima guerra mondiale (1893-1915) e sotto la sua guida si trascrivevano su grandi volumi le schede mobili del Catalogo paciaudiano aggiornato con i successivi acquisti e doni; si compilavano grossi “Cataloghi a materie” del patrimonio bibliografico; per decisione del sindaco Giovanni Mariotti, che intendeva liberare Piazzale della Pace “da informi costruzioni”, veniva abbattuto l’avanposto che ospitava la Sala derossiana adiacente alla Galleria dell’Incoronata e veniva costruita in altra parte della Pilotta e comunicante con il Salone Maria Luigia una nuova struttura, nelle identiche dimensioni della precedente, dove vennero trasferiti l’arredo e il suo prezioso contenuto di codici e incunaboli.
Affrontarono le ristrettezze economiche conseguenti agli eventi bellici i direttori successivi Carlo Frati (1915-1918), Girolamo Dell’Acqua (1918-1922) e Antonio Maria Boselli (1922-1927), che si vide costretto a sospendere numerosi abbonamenti a prestigiose riviste italiane e straniere e al quale si deve il parziale riordinamento dell’Epistolario parmense.
Secolo di spoliazioni il Novecento per la Biblioteca: intorno agli anni Venti veniva consegnato all’Archivio di Stato un cospicuo numero di pergamene e nel 1934 Pietro Zorzanello, direttore dal 1927, fu costretto a “restituire” alla Biblioteca statale di Lucca più di cento manoscritti del Fondo Palatino pertinenti alla storia di quel territorio, solo in parte compensato l’anno successivo con il dono della Biblioteca di Mansueto Tarchioni costituita da circa 18.000 volumi e da un migliaio di opuscoli; trasferito in sottordine per non essersi piegato alla superiore più retriva gerarchia fascista, Zorzanello lasciava alla Biblioteca il Catalogo degli incunaboli redatto con estrema perizia su schede mobili autografe.
Lo sostituiva Giovanni Masi (1935-1952), che affrontò con coraggio e determinazione la ricostruzione della Biblioteca colpita nell’aprile e nel maggio del 1944 dalle bombe inglesi che avevano distrutto parte della Pilotta, trascinando nelle macerie circa 21.000 volumi della storica Galleria Petitot, della Sala di consultazione, dei Fondi conventuali, ma nel 1950 riuscì a incrementarne il patrimonio con l’intera Biblioteca di Mario Ferrarini.
Maria Teresa Danieli Polidori (1952-1957) inaugurò la ricostruita Galleria Petitot.
Angelo Ciavarella, bibliofilo, dirigeva la Palatina fino al 1973; suo merito l’avere realizzato, coinvolgendo autorità, uomini e istituzioni nei problemi della Palatina, il suo progetto museale di valorizzazione dell’attività e produzione bodoniane, concretizzatosi nel 1960 con la istituzione del Museo Bodoni, e nel 1964 con l’acquisizione del fondo Micheli-Mariotti.
Dopo le brevi direzioni di Diego Maltese (1973), Serenella Baldelli Cherubini (1973-1978), Carla Guiducci Bonanni (1979) e alcune reggenze, la Palatina è stata diretta da Leonardo Farinelli (1991-2007), che con varie iniziative, tra i quali l’informatizzazione dei servizi, attività didattica per scuole di ogni ordine e grado, cercò di reinserirla soprattutto nel contesto culturale delle istituzioni ed enti della città, dopo un lungo periodo di chiusura (1983-1991) a causa di lavori resisi necessari per la messa a norma degli impianti; acquisisce la Biblioteca del prof. Bertani, di Ciavarella, della famiglia Salvadori-Bovi, l’archivio dei parlamentari Carlo Buzzi e Andrea Borri, del giornalista Baldassarre Molossi; nel 1994 il fondo orientale è incrementato con l’acquisto sul mercato antiquario dei codici etiopici di Antonio Mordini e di altri 19 acquisiti successivamente.
SEZIONI ESPOSITIVE
OGGETTI D’ARTE
Nel ricco patrimonio artistico della Biblioteca Palatina è possibile trovare dipinti, busti, rilievi in cera, matrici di rame, globi celesti e sfere armillari, vasi e anfore di gesso. Di valore iconografico e storico oltre che artistico, si possono ammirare ritratti farnesiani e dei Borbone, le effigi dei collezionisti che hanno dato lustro alla Biblioteca con i lasciti delle loro librerie, i busti dei bibliotecari che si sono succeduti alla sua guida.
Probabilmente da ascrivere allo studio di Jean Baptiste Boudard è il busto in terracotta di Paolo Maria Paciaudi, gravemente danneggiato nel 1944 a causa dei bombardamenti di parte della Pilotta, ora nella versione che ha finito per conferirgli il restauratore Carlo Crovi. L’opera, in cui il padre teatino appare a mezzo busto con l’abito religioso, potrebbe essere il bozzetto in terracotta per un busto in marmo del quale riferisce Boudard nella sua Memoire del 30 marzo 1768 e fu portato in Biblioteca nel 1787, due anni dopo la morte del Paciaudi.
Attribuito a Laurent Pecheux, è il ritratto di don Ferdinando di Borbone giovane, databile per l’età del soggetto al 1765, a tre quarti di figura con marsina rossa ricamata a fiori d’oro, fascia azzurra e Toson d’oro, forse sin dall’origine destinato alla Parmense – inaugurata proprio dal giovane duca dopo la morte del padre (1765) – come sembrano confermare i rapporti di stima e di amicizia intercorsi tra Paciaudi e il pittore Pecheux.
È un dono di Sofia Bulgarini Porta del 25 giugno 1844 il ritratto di Michele Colombo, opera del pittore bresciano Luigi Basiletti. Colombo giunse a Parma nel 1796 come istitutore di Giovanni Bonaventura Porta. La vedova di questi nel 1843 vendette alla Parmense la libreria Colombo già acquistata dal marito, a cui aggiunse il ritratto l’anno successivo.
Dalle soppressioni degli ordini religiosi arriva in Biblioteca nel 1810 il ritratto del benedettino Gregorio Coppini. Attribuito a Giusto Susterman, il dipinto, che ritrae il priore al naturale di tre quarti con indosso l’abito monastico della Congregazione benedettina e fra le mani una lettera di grande formato, passò, a seguito delle soppressioni napoleoniche, dal Convento di S. Giovanni a S. Maria del Quartiere, da dove fu depositato nella Biblioteca Parmense, acquisito insieme ai libri conventuali dal bibliotecario Angelo Pezzana membro della commissione per la scelta degli oggetti d’arte.
Sempre dal Convento di San Giovanni, nello stesso 1810 entrano in Biblioteca due globi grandi, terrestre e celeste, di Mattheus Greuter, dei quali quello celeste, edito a Roma nel 1636, è l’unico rimasto. Andavano ad aggiungersi a sei pezzi già presenti in Biblioteca, due sfere armillari piccole, Tolemaica e Copernicana e quattro globi piccoli, due celesti e due terrestri, dei quali resta solo una sfera armillare di Didier Robert de Vaugondy, realizzata a Parigi nel 1753.
Nel salone Maria Luigia campeggia maestosa l’Erma di Maria Luigia, commissionata ad Antonio Canova nel 1821 per volontà degli Ufficiali del Reggimento in segno di devozione per la Sovrana. Il busto colossale raffigura la duchessa con le stesse sembianze della Concordia, il capo cinto da un largo diadema e coperto da un manto che si sviluppa sopra le spalle fin dove arriva il marmo. Secondo il volere dei committenti l’Erma fu collocata, subito dopo l’arrivo a Parma della sovrana il 7 luglio 1822, nella nicchia in fondo alla Galleria dell’Accademia di Belle Arti, per poi essere donata alla Biblioteca Parmense nel 1875 e posta nella Sala di lettura a Maria Luigia dedicata, dove ancora oggi si ammira.