Rassegna internazionale di musica antica
PARMA | TEATRO FARNESE
DAL 6 AL 19 GIUGNO 2023
FARNESE FESTIVAL
Rassegna internazionale di musica antica
I EDIZIONE
Sabato 10 giugno, ore 20.30
Scipione in Cartagine Nuova
RUBEN JAIS direttore
LaBarocca di Milano
Loris Fabiani voce recitante
Maayan Licht controtenore – Scipione
Catherine Trottmann soprano – Elvira
Benedetta Mazzucato contralto – Luceio
GEMINIANO GIACOMELLI (1692-1740)
Scipione in Cartagine Nuova (1728)
Dramma per musica da rappresentarsi nel nuovo Teatro Ducale di Piacenza
in occasione che si riapre la fiera a primavera dell’anno 1730
e dedicato all’altezza serenissima
Enrichetta Duchessa Regnante di Parma, Piacenza & c.
Libretto di Carlo Innocenzo Frugoni
[selezione dai tre atti]
Sinfonia
Atto Primo
Elvira Le catene al piè mi togli
Vaghe luci voi sapeste
Luceio Taci barbaro sospetto
Elvira Villanel la nube estiva
Atto Secondo
Scipione Quando sonora tromba
Elvira Onda che terso argento
Luceio Rendimi l’Idol mio
Scipione Parti dal core
Atto Terzo
Luceio Amar ma no
Scipione Mi piacesti
Elvira Speranza foriera di dolce contento
Elvira, Scipione e Luceio Stringo la man vezzosa
Dopo la morte del padre e dello zio, Publio Cornelio Scipione si lanciò all’assalto di Cartagine nuova. La storia di Scipione in Cartagine Nuova si muove su due linee parallele, da una parte la storia politica di Scipione che deve combattere i nemici e le congiure ordite dai nemici, come la terribile Argea e suo padre Armene: all’inizio del III atto viene sventato il tentativo di una congiura. Dall’altra, la passione del protagonista per la ‘bella (e ambigua) Ibera’ Elvira, amata anche da Lucejo. Tra doveri di Stato e vita privata, Scipione sarà costretto a fare una scelta: sceglierà la vita pubblica, senza lasciare adito ad ambiguità. L’opera si chiude nella solennità dei giochi per celebrare la vittoria di Scipione, mentre Lucejo ed Elvira si ricongiungono.
Da Scipione in Cartagine Nuova: genesi e prima rappresentazione di un’opera per l’ultimo dei Farnese
di Valentina Anzani
Geminiano Giacomelli originario di Colorno, era stato fin dalla tenera età al servizio dei duchi Farnese, che lo avevano fatto studiare a proprie spese prima a Parma con Giovanni Maria Capelli, poi forse a Napoli con Alessandro Scarlatti. Il suo impiego a Piacenza fu tra il 1727 e il 1732 a capo della cappella musicale di S. Giovanni in Canale, per passare con lo stesso incarico alla chiesa della Madonna della Steccata a Parma (fino al 1738) e alla cappella della Santa Casa di Loreto (fino all’anno della morte nel 1740). Il suo contratto con il duca prevedeva che, parallelamente all’impiego di maestro di cappella, fosse libero di collaborare con i teatri d’Italia, purché provvedesse a un sostituto per i periodi di assenza. Doveva altresì curare la messa in musica di piccoli componimenti poetici e preparare le musiche per le opere che si tenevano in primavera a corte. Durante la sua intensa attività di operista entrò in contatto con i maggiori cantanti del tempo e strinse rapporti stretti con Farinelli (il quale, insieme a Vittoria Tesi, fu anche padrino del figlio del compositore, Antonio Giuseppe, nato il 22 maggio 1731 a Piacenza).
…Con Antonio Farnese (nato nel 1679 e morto nel 1731), si estingue il ramo maschile della dinastia in quanto «il suo matrimonio con Enrichetta d’Este, figlia di Rinaldo di Modena, celebrato nel 1728, rimase senza prole». A differenza dell’austero fratello Francesco, sul trono del Ducato di Parma dal 1697 al 1727, Antonio mostra un carattere totalmente diverso – indolente e amante del quieto vivere, liberale e amante di allegrezze e sollazzi – e porta una nuova vitalità alla corte del Ducato. Il primo passo di questa nuova posizione fu la scelta di Carlo Innocenzo Frugoni come poeta e sovrintendente agli spettacoli di corte, librettista di molte opere, tra cui Scipione in Cartagine Nuova, e i ricchi festeggiamenti per le nozze dei due regnanti. Così scrive Cristoforo Poggiali, cronista piacentino:
Nella sera del dì 12 d’aprile fece il solenne ingresso suo in Piacenza la nuova duchessa e signora nostra Enrichetta d’Este, e vi fu accolta con quella magnificenza, pompa, celebrità e letizia che la nascita, il grado e più l’amabilità e l’altre personali doti l’esigevano. Consistette il bello di tal funzione in un prodigioso concorso di popolo e nobiltà suddita e forestiera, in un incontro e séguito sfarzosissimo di carrozze, in concerti di strumenti musicali, apparati di strade, illuminazion di torri, piazze e finestre, comparsa e ordinanza di milizie, e particolarmente nelle generali acclamazioni, e ne’ viva festevoli con che testificarono questi cittadini l’affetto e la divozion loro verso la novella sovrana. Fra’ vari sontuosi divertimenti di che godet[t]’ella in Piacenza, ricorderò io solamente la magnifica opera per musica intitolata: Il Scipione in Cartagine Nuova, che fu composta dal celeberrimo poeta Carlo Innocenzo Frugoni, il cui solo nome tien luogo d’ogni più splendido elogio, e recitata fu da’ più famosi cantanti d’Italia per la prima volta la sera del dì 17 dello stesso mese d’aprile nel gran teatro della Cittadella; e la fiera delle mercanzie, intralasciata già da trent’anni e riapertasi il dì medesimo con solennità grandissima, e con incredibil concorso di trafficanti e nobili forestieri.
Quando venne composto Scipione in Cartagine Nuova erano già in circolazione diversi libretti che avevano trattato il medesimo soggetto riscuotendo un discreto successo: Publio Cornelio Scipione di Antonio Salvi, dato per la prima volta a Livorno nel 1704, e rielaborato da Rolli per lo Scipione messo in musica da Händel per il teatro londinese di Haymarket nel 1726 e ripreso nel 1730; Apostolo Zeno era stato autore dello Scipione nelle Spagne, dato a Barcellona nel 1710, musicato poi da Alessandro Scarlatti, Antonio Caldara, Tomaso Albinoni, e rappresentato in teatri di prima sfera (Napoli, Vienna, Venezia, Monaco di Baviera); altro libretto con lo stesso soggetto era poi quello di Agostino Piovene, Publio Cornelio Scipione (Venezia 1712, Roma 1713, Milano 1718 e Torino 1726).
Le ragioni della scelta di quel soggetto erano diverse: l’identificazione del sovrano nell’eroe eponimo era metafora tipica in un’epoca in cui l’allestimento di un’opera era sede dell’esibizione dello sfarzo delle istituzioni che lo promuovevano. In questo caso, per dipingere sulla scena le virtù del duca era stato individuato il condottiero Scipione Africano, legato a doppio filo alla città di Piacenza. Tale legame ebbe origine per un fatto avvenuto durante la Prima Guerra Punica nella battaglia sul fiume Trebbia, vicino a Piacenza, che era stato luogo del manifestarsi del coraggio dell’eroe eponimo dell’opera (come ricordato nel sonetto dedicatario del dramma). I caratteri morali di Scipione sarebbero stati metafora di quelli del nuovo duca Antonio, che, nel delicato equilibrio politico in cui governava, non poteva essere sfiorato neppure dal sospetto di una macchia morale. Solo onore, integrità e virtù per Scipione, dunque, e nessun accenno a possibili situazioni moralmente equivoche.
Data l’importanza dell’evento, non si badò a spese e chiamarono i più grandi cantanti dell’epoca, vere superstar del teatro d’opera del Settecento: Carlo Broschi Farinelli (Scipione), Francesca Cuzzoni (Elvira) e Giovanni Carestini (Luceio). I rapporti fra i tre protagonisti nell’allestimento non dovettero essere gran che compiacenti, almeno stando a quanto ci suggeriscono i commenti che Farinelli indirizzava verso i colleghi nelle proprie missive. La Cuzzoni è definita “marmotta canora” e “degna d’esser compatita” per via di una cattiva diceria da lei e dal Senesino messa in circolazione ai danni di Farinelli.
Il palcoscenico che ospitò Scipione in Cartagine Nuova dovette apparire molto stimolante poiché vi si vedevano riuniti tre dei cantanti più acclamati del tempo notoriamente in rapporti di competizione reciproca, i quali erano forniti di una partitura che permetteva loro di esibire al meglio le potenzialità specifiche di ognuno ed erano inseriti in una situazione drammaturgica in cui i due divi castrati, rivali dichiarati nella vita reale, si contendono una stessa donna. Quest’ultima è poi indecisa se accordare la propria preferenza all’uno o all’altro eroe e la sua incertezza doveva rispecchiare quella del verdetto del pubblico: certo non era possibile decidere quale dei due divi meritasse il maggior plauso. Il culmine di questa situazione piena di sottotesti drammaturgici, musicali e metateatrali lo si raggiungeva nel terzetto finale, emblema della condizione emotiva dei tre personaggi principali: a Scipione/Farinelli e a Luceio/Carestini sono affidate linee vocali che procedono per terze e seste parallele (quella più acuta riservata a Farinelli) e pronunciano parole molto simili, sebbene i concetti risultino opposti: all’uno, di Elvira/Cuzzoni non restano che i «pensieri», mentre l’altro ha confermati gli «affetti», l’uno la lascia, l’altro la stringe.
Dopo Scipione in Cartagine Nuova, Farinelli non tornò più a esibirsi nel ducato, anche se i rapporti con i Farnese-Borbone gli valsero poi l’invito a recarsi presso la corte di Spagna da parte di Elisabetta Farnese, che sperava di trovare in lui un valido aiuto nella cura della depressione del consorte Filippo V. Farinelli soggiornò per un breve periodo a Parma dopo il ritorno dalla Spagna nel 1759, prima di stabilire a Bologna la propria dimora.
Loris Fabiani
Si diploma presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma nel 2008. Lavora per il Teatro dell’Elfo (Sogno di una notte di mezza estate e The History Boys); Piccolo Teatro di Milano (Pornografia regia Luca Ronconi); Marche Teatro (La dodicesima notte regia di Carlo Cecchi); Teatro Franco Parenti (Opera Panica di Jodorowsky), Quelli di Grock (Gl’innamorati – Il musicarello); Teatro Stabile di Torino, Teatro Stabile di Bolzano, per Fattore K e Teatro di Roma. È ideatore e regista del format Cinemalteatro, prodotto dal Teatro Dell’Elfo e da Zelig. Vince la “borsa teatrale Anna Pancirolli” (2010) con Lunanzio e Lusilla – la trilogia, da lui scritto e diretto ed è Premio Ubu 2011 come miglior attore under30 (dato agli 8 History Boys del Teatro dell’Elfo). Quest’anno frequenta il Laboratorio Artistico di Zelig vincendo il primo premio, il premio del pubblico e il premio originalità di “Facce da Bronzi 2023”. Nel 2020 crea l’Accademia dei Lunanzi, campus teatrale per la produzione di spettacoli itineranti per i piccoli borghi italiani.
Maayan Licht
Nato a Gerusalemme, completa gli studi vocali in musica antica, come soprano, al Conservatorio di Amsterdam e da allora interpreta ruoli operistici di agilità così come il repertorio barocco italiano e francese, che plasma con una ricca tavolozza di sfumature espressive.
Nel 2019 ad oggi canta nel Messiah di Händel (assolo di soprano). nella Messa in si minore di Bach ad Amsterdam, Amore nell’Orfeo ed Euridice di Gluck, Sigismondo di Rossini all’Opera Rara Festival di Cracovia, Siface di Porpora con la Capella Cracoviensis e si esibisce il suo gruppo Technopera, che combina musica lirica e techno. A fine mese canterà il ruolo principale in Serse di Händel a Detmold, nella Semele a Glyndebourne e al Bayreuth Baroque Festival con il suo Duo Zeffiretti. Prossimamente debutterà il ruolo principale in Orlando all’Opera di Brno.
Catherine Trottmann
Dopo aver studiato al Conservatoire National Supérieur di Parigi, si è unita all’Ensemble dei Wiener Staatsoper dove ha fatto le sue prime apparizioni sul palco attirando subito l’attenzione per la ricchezza della voce e il talento come attrice, apparendo in importanti sale da concerto e festival internazionali come l’Opéra de Paris, Théâtre des Champs-Elysées, Carnegie Hall, Berlin Philharmonie, The Edinburgh e Festival di Aix-en-Provence. Si è aggiudicata il Premio HSBC al Festival Internazionale di Aix-en-Provence e il Primo Premio al Concorso musicale internazionale di Manhattan. Recentemente ha debuttato nel ruolo di Adina in Elisir d’amore di Donizetti al Opera Nazionale di Bordeaux.
È regolarmente invitata a cantare Rossini, in particolare il ruolo di Rosina ne Il Barbiere di Siviglia (Théâtre des Champs-Elysées, Festival di Edimburgo); inoltre Le Comte Ory, Il Turco in Italia a Digione e La Cenerentola a Losanna, Limoges e Vienna. Di Mozart ha affrontato Zerlina (Don Giovanni) a Brema e alla Losanna Opera e Le Nozze di Figaro all’Opéra National du Rhin. Per quanto riguarda il repertorio francese, ha cantato tra gli altri in La Demoiselle élue di Debussy con l’Orchestre National d’l’Ile-de-France alla Paris Philharmonie, L’Enfant et les sortilèges di Ravel alla Salle Pleyel, Les Nuits d’été di Berlioz, Le Roi David di Honegger alla Salle Pleyel e alla Cattedrale di Notre-Dame. Inoltre, ha eseguito la Sinfonia n. 4 di Mahler con l’Orchestra Sinfonica di Cincinnati, la Messa in do maggiore di Beethoven, l’Oratorio di Natale di Saint-Saëns a Mosca, e la prima francese di Illusions con il Bolshoi Ballet al Palazzo Garnier.
Benedetta Mazzucato
Gli impegni più recenti e futuri di Benedetta Mazzucato includono ruoli in Alcina al Badisches Staatstheater di Karlsruhe, Erismena (Aix-en-Provence Festival), Dido & Aeneas (Opera Royal de Wallonie), La Grotta di Trofonio (Teatro San Carlo di Napoli e al Festival della Valle d’Itria), Lucio Silla (Palau de les Arts a Valencia), Stabat Mater (Pergolesi-Spontini Festival), Ottavia (L’incoronazione di Poppea), la prima europea di Orfeo Chaman (Ludwigsburg Schlossfestspiele e Bogotà), Catone Baroque (Opera Festival Barga), e La senna festeggiante (Baroque Orchestra of Sevilla).
Altri impegni passati includono Das Lied von der Erde con la Concertgebouw Orchestra a Roma e Torino, Rigoletto a Reggio Emilia, Stabat Mater a Le Palais Royale a Parigi, Giulio Cesare di Händel al Festival Versailles, Petite Messe Solennelle al Festival d’Art Lyrique d’Aix en Provence, Dido and Aeneas alle Terme di Caracalla.
Già membro del coro del Teatro Regio di Parma, ha frequentato l’Accademia del Rossini Opera Festival, il Young Artist Program “Domingo Thornton” a Los Angeles e il Young Singer Program a Salisburgo dove ha cantato in Die Zauberflöte.
Lavora regolarmente con l’Ensemble L’Arpeggiata.
Ruben Jais
Nato a Milano, si diploma in musica corale, direzione di coro e composizione presso il Conservatorio della sua città dove studia direzione d’orchestra. In qualità maestro del Coro Sinfonico di Milano dalla sua fondazione nel 1998 al 2007, collabora tra gli altri, con Romano Gandolfi, Riccardo Chailly, Claudio Abbado, Luciano Berio, Oleg Caetani, Claus Peter Flor, Christopher Hogwood, Vladimir Jurowski, Helmut Rilling. Dal 2016 al 2019 è stato direttore artistico e direttore esecutivo della Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi di cui è attualmente direttore generale e direttore artistico.
Il suo repertorio spazia dai grandi capolavori della musica barocca a quelli della musica classica (sinfonie e musica sacra di Haydn, Mozart, Beethoven) a brani meno conosciuti di compositori dal XVI al XIX secolo (Zelenka, Scarlatti, Durante, Sammartini).
Dirige musica contemporanea, soprattutto di autori italiani, da Castiglioni a Zanolini, da Anzaghi a Nova, da Ligeti a Messiaen, da Califano a Vacchi. Nel 2008 ha istituito laBarocca di Milano, ensemble specializzato nell’esecuzione della musica di tale periodo storico, con cui affronta i maggiori capolavori del repertorio sia strumentale che operistico. Ha diretto musica strumentale, corale e sinfonica presso varie istituzioni italiane ed estere, quali Biennale di Venezia, Teatro Comunale di Bologna, Milano Musica, Teatro alla Scala, RTSI Lugano, Festival di Saint Moritz, Teatro Real di Madrid, Orchestra Nazionale del Cile, UiS Stavanger Norway.
È stato direttore musicale della Mailänder Kantorei, formazione legata alla comunità tedesca di Milano, con la quale ha affrontato le Cantate sacre di Bach.
Alcuni importanti appuntamenti lo hanno visto protagonista insieme a laBarocca: nel 2016 alla Wigmore Hall a Londra, dove è stato più volte invitato; la regolare partecipazione presso il Festival MITO; altri importanti festival quali Enescu Festival (Bucarest), Festival Gluck (Norimberga). Ha diretto laBarocca in un tour italiano organizzato da CIDIM accompagnato dal violino di Robert McDuffie e nel 2021, in piena pandemia, nel Duomo di Milano ha diretto la Passione secondo Giovanni di trasmessa sul portale streaming dell’Orchestra Sinfonica di Milano durante la settimana pasquale.
La pubblicazione nel 2017 di Heroes in Love – Arie d’opera di Gluck, in collaborazione con Sonia Prina, inaugura l’attività discografica de laBarocca; seguono nel 2018 The Solo Cantatas for Bass di Bach (Glossa Music), Missa Omnium Sanctorum di Zelenka (sempre per Glossa Music). Nel 2022, per il Festival MITO, ha diretto laBarocca nella Messa in si minore di Bach.
Ensemble laBarocca
Nasce nel 2008 dalla volontà del suo direttore Ruben Jais di costituire un gruppo di musicisti specializzati nella prassi esecutiva del periodo barocco per esplorarne i capolavori e portarne alla luce rarità dimenticate. Di anno in anno, insieme all’Ensemble Vocale diretto da Gianluca Capuano, la formazione strumentale ha potuto arricchire il proprio repertorio, che comprende composizioni del primo barocco (tra cui Selva morale e spirituale, Vespro della Beata Vergine di Monteverdi) estendendosi sino ad opere del Classicismo. Il Messiah di Händel, gli Oratori di Natale e di Pasqua di Bach, riproposti annualmente al pubblico, sono ormai diventati appuntamenti tradizionali per la città di Milano durante le festività. La sua programmazione è attenta a celebrare gli anniversari dei grandi autori della musica antica: Händel, Rameau, Locatelli, C.P.E. Bach e Gluck.
laBarocca collabora regolarmente con artisti di fama internazionale tra cui Stefano Montanari, Carlo Vincenzo Allemano, Benoit Arnould, Cyril Auvity, Randall Bolls, Karina Gauvin, Ugo Guagliardo, David Hansen, Roberta Invernizzi, Stefanie Iranyi, Klaus Kuttler, Clemens Loeschmann, Josè Maria Lo Monaco, Paolo Lopez, Sonia Prina, Lenneke Ruiten, Makoto Sakurada, Maria Grazia Schiavo, Christian Senn, Sonya Yoncheva.
Nel 2013 è stata impegnata per la sua prima tournée che ha toccato alcune tra le principali città italiane dal Veneto alla Sicilia; è del 2017 il grande successo alla Wigmore Hall di Londra con un recital di arie di Gluck interpretate da Sonia Prina e dirette da Ruben Jais; nello stesso anno, è stato chiamato a inaugurare il Teatro Gerolamo di Milano. Alcuni importanti successi all’estero comprendono: Norimberga per l’Internationale Gluck-Festpiele con la riproposta di Heroes in Love, raccolta di arie di Gluck eseguite da Sonia Prina all’Ateneul Roman di Bucharest nell’ambito dell’Enescu Festival e a Londra presso la Wigmore Hall con Aci, Galatea e Polifemo e la Serenata di Händel diretta da Ruben Jais. Ha inciso per la casa discografica spagnola Glossa Music un disco monografico dell’arte operistica di Gluck, BBC Monthly Choice luglio 2017 e ha ottenuto una nomination agli ICMA Awards nella sezione “Opera Works”. Con Glossa, inoltre, ha iniziato un nuovo progetto discografico, che vede la registrazione di tutte le cantate per voce solista di Bach.
Violini Primi Gianfranco Ricci*, Yayoi Masuda**, Jody Livo, Angelo Basile, Marco Ferretti, Elisa Bestetti.
Violini Secondi Diego Castelli*, Rossella Borsoni**, Marco Nocera, Abramo Raule,
Giulia Bondio.
Viole Elena Gelmi*, Francesca Turcato**, Valentina Soncini, Luca Trolese.
Violoncelli Bartolomeo Dandolo*, Claudia Poz**, Giulia Gillio Giannetta.
Contrabbassi Fabio Longo*, Davide Nava**.
Oboi Andrea Mion* Elisabeth Passot.
Fagotto Elena Bianchi*.
Continuo Nicolò Pellizzari*.
*Prima parte / **Concertino
BIGLIETTERIA
Intero € 30
Ridotto € 25
Agevolazioni
Ridotto: abbonati La Toscanini, tesserati Amici della Pilotta, studenti universitari e del conservatorio.
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Informazioni
Per tutti i concerti del Farnese Festival è possibile effettuare la prenotazione online; il pagamento e il ritiro dei biglietti avverranno presso la biglietteria del Complesso monumentale della Pilotta a partire dalle ore 18 della sera del concerto.
Prenotazioni online
La Toscanini
https://www.biglietterialatoscanini.it/
Complesso monumentale della Pilotta
Piazza della Pilotta, 15 | Parma
Ritiro biglietti
La biglietteria sarà aperta presso il Complesso monumentale della Pilotta dalle ore 18 nelle sere di concerto
Per richieste di accrediti stampa e istituzioni scrivere a cm-pil.info@cultura.gov.it