La conferenza della dottoressa Maria Bernabò Brea dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria si svolgerà il 1 dicembre alle ore 16 nella sala conferenze dei Voltoni
Una diffusa visione semplicistica vede le comunità della preistoria come egualitarie, autarchiche e tese alla pura sopravvivenza. Quanto questa visione sia sbagliata è dimostrato, tra l’altro, dai materiali, oggetti e modelli che indicano, in ogni tempo, l’esistenza di scambi anche a lunga distanza. Ogni aspetto culturale è la risultanza di contatti con altre culture, più o meno estesi, profondi e integrati: ogni cultura ha parte delle sue radici in un «altrove». In molti casi le testimonianze di contatti tra popoli diversi non sono costituite da cose indispensabili alla sopravvivenza, ma al contrario da oggetti la cui funzione è simbolica, spesso tesa a rappresentare il ruolo sociale di chi li possedeva.
Ma il termine «Preistoria» è un’etichetta che copre un lunghissimo arco di tempo e una enorme variabilità culturale, economica, tecnologica, sociale. Ho scelto quindi di sviluppare il tema nell’ambito di un periodo preciso: la fase di piena fioritura del Neolitico, attorno al V millennio a.C. Come è oggi dimostrato anche dalla genetica, l’epocale cambiamento di stile di vita rappresentato dall’agricoltura ha comportato un movimento di persone, che hanno trasportato – via terra e via mare – ovini e cereali, nuove tecnologie e nuovi stili di vita. La circolazione di alcuni oggetti nell’arco di migliaia di chilometri segnala la diffusione di nuove credenze (ad es. le statuine femminili) e la condivisione di nuove regole sociali ed economiche (ad es. le asce e altri manufatti in pietra).
Nella nostra pianura, che per la propria conformazione è aperta a contatti e influssi da e verso tutte le direzioni, le testimonianze degli aspetti culturali succedutisi nel tempo attestano incessanti apporti esterni che si sono intrecciati, a volte fondendosi a formare nuove e originali identità, come nel caso della cultura dei Vasi a Bocca Quadrata del V millennio a.C. Almeno alcuni di questi contatti sono chiaramente dimostrati da oggetti che sono stati rinvenuti negli abitati e nelle sepolture emiliane ma che vengono da lontano o sono imitazioni di lontani modelli.
La prenotazione per la partecipazione all’evento è obbligatoria, scrivendo all’indirizzo arkheoparma@gmail.com
E’ fortemente consigliato l’utilizzo della mascherina per l’accesso all’evento.