Nell’ambito delle conferenze organizzate dall’associazione culturale Arkheoparma, nella sala conferenze dei Voltoni del Palazzo della Pilotta, giovedì 20 ottobre alle ore 17 il dott. Nicola Cassone tratterà il tema “Teatro e anfiteatro romani in Parma”.
La relazione intende riesaminare, in un quadro di sintesi, i dati archeologici relativi al teatro ed all’anfiteatro di Parma, entrambi “riscoperti” nella prima metà del XIX secolo in circostanze casuali e non indagati con metodi scientifici. In particolare si porrà l’attenzione sull’ubicazione dei due antichi edifici da spettacolo in rapporto alla topografia della Parma romana, sulle tecniche costruttive utilizzate nella realizzazione dei monumenti e sui loro apparati decorativi. Si prenderanno infine in esame una serie di fonti documentarie medievali che attestano la sopravvivenza dei due edifici nel tessuto urbano della Parma altomedievale e che spiegano la loro defunzionalizzazione, nel caso del teatro, e della sua riconversione come palazzo imperiale nel caso dell’anfiteatro.
L’anfiteatro di Parma è citato in una sola fonte antica ed in alcuni documenti medievali come “Arena”; i suoi resti vennero individuati solamente nel 1846, in seguito a lavori condotti per l’ampliamento del Collegio Maria Luigia, e nel 1933, in occasione della realizzazione di un tronco di fognatura in Borgo Lalatta. Su un fronte di 60 metri vennero scoperti quattro tratti di un muro ad andamento curvilineo di 3 m di spessore, interpretato come l’anello perimetrale dell’anfiteatro. Parallelamente a questo muro, alla distanza di 3 metri, venne individuato un altro muro da cui dipartivano verso l’interno setti murari disposti a raggiera. Questi muri erano realizzati in pietrame intervallato da corsi di mattoni. In corrispondenza di quest’area sono stati trovati alcuni frammenti di lastre marmoree, il tronco di una piccola statua in marmo interpretata come il simulacro di Diana Efesina e un frammento di epigrafe funeraria.
I resti archeologici del teatro romano sono stati riportati alla luce in più occasioni, nel 1844 in Via Farini, nel 1937 in Borgo Felino e nel 1972 nel Piazzale Santafiora. Gli scavi hanno permesso di ricostruirne la planimetria, seppur con qualche lacuna: si trattava di un edificio di oltre 90 metri di larghezza, in grado probabilmente di ospitare 10.000 spettatori. I reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi hanno permesso di datarne la costruzione al principato di Augusto, con interventi e arricchimenti almeno fino al II sec. d.C.
La prenotazione per la partecipazione all’evento è obbligatoria, scrivendo all’indirizzo arkheoparma@gmail.com
E’ fortemente consigliato l’utilizzo della mascherina per l’accesso all’evento.